• Italia
  • Mercoledì 15 febbraio 2012

Monti e l’ICI della Chiesa

Annunciato un emendamento "che chiarirà la questione" dell'esenzione riservata a tutti gli enti non commerciali (compresa la Chiesa)

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
04-02-2012 Roma
Interni
Neve a Roma
Nella foto: neve a Roma, San Pietro Vaticano
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
04-02-2012 Roma
Home
Snowing in Rome
In the picture: Unusual snow in Rome, San Pietro Vaticano
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 04-02-2012 Roma Interni Neve a Roma Nella foto: neve a Roma, San Pietro Vaticano Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 04-02-2012 Roma Home Snowing in Rome In the picture: Unusual snow in Rome, San Pietro Vaticano

Il Presidente del Consiglio Mario Monti, a Strasburgo, ha comunicato al vicepresidente della Commissione europea Joaquin Almunia la sua intenzione di presentare al Parlamento un emendamento «che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione» dell’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili (ICI) riservata a tutti gli enti non commerciali, anche quelli della Chiesa. Il provvedimento, si legge nella nota di Palazzo Chigi, riguarderà anche gli edifici con attività commerciali all’interno dei quali vi sono locali adibiti al culto, come le cappelle. In questo caso si procederà con un frazionamento fiscale. Il portavoce della Cei Domenico Pompili ha subito fatto sapere: «Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato».

I CRITERI – Questi i criteri: «L’esenzione fa riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente;l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia e delle finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile. Il presidente Monti – si legge ancora sul sito del governo – auspica che l’iniziativa del governo permetta alla Commissione europea di chiudere la procedura aperta nell’ottobre 2010».

LA REPLICA DELLA CEI – E non si è fatta attendere la replica della Cei: «Ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilita». «Ci auguriamo – prosegue la Cei – che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no-profit», aggiungono i vescovi.

IL BALLETTO DI CIFRE – L’esenzione dell’Ici alla Chiesa vale meno di 100 milioni di euro, visto che il rapporto finale del Gruppo di lavoro sull’erosione fiscale ha individuato quella cifra per quanto riguarda gli immobili di tutti gli enti no-profit, non solo quelli ecclesiali. È questa la posizione espressa a inizio 2012 da Avvenire che ha ricordato come l’esenzione dell’Ici per la Chiesa sia un «investimento» considerate le attività sociali svolte. In realtà, sul reale valore dell’Ici della Chiesa da anni va avanti un vero e proprio balletto di cifre. In pratica, da quando nel 2006 il governo Prodi con un decreto ha confermato l’esenzione (prevista da una legge del 1992 per tutti gli enti no profit a determinate condizioni) del pagamento dell’Ici per gli immobili della Chiesa, che «non abbiano esclusivamente natura commerciale».

(continua a leggere sul Corriere della Sera)