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  • Mercoledì 15 febbraio 2012

L’arresto del “viejito”

Jaime Herrera Herrera è uno dei più importanti esponenti dei cartelli della droga in Messico, vicino al narcotrafficante più ricercato del paese

(JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images)
(JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images)

Ieri in Messico è stato arrestato Jaime Herrera Herrera, detto “El viejito” (“Il vecchietto”), uno dei più importanti produttori e trafficanti di metanfetamina del paese. Herrera è stato fermato a Culiacán, nello stato di Sinaloa che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Il suo arresto è stato definito dalla polizia locale uno dei più importanti degli ultimi tempi, in quanto Herrera è uno dei principali esponenti del cartello della droga di Sinaloa, quello a cui fa capo il narcotrafficante più ricercato del Messico, ossia Joaquín Guzmán, detto “El Chapo”. Secondo la polizia messicana, Guzmán si nasconderebbe sulle montagne della Sierra Madre, dunque non troppo lontano da dove è stato arrestato Herrera.

Negli ultimi tempi il 43enne Herrera, ricercato anche negli Stati Uniti, aveva scalato le posizioni del cartello con i suoi traffici di metanfetamina (un omologo dell’anfetamina da cui si ricavano le cosiddette droghe “ice” e “speed”). Nell’ultimo decennio, il ramo del cartello di cui Herrera era responsabile avrebbe inviato verso la California centinaia di tonnellate di droga. Solo la settimana scorsa, l’esercito messicano aveva sequestrato 15 tonnellate di metanfetamina nello stato di Jalisco, nella parte occidentale del paese. Sin dagli anni Cinquanta la famiglia di Herrera è stata coinvolta nel narcotraffico (in particolar modo quello dell’eroina) e i suoi membri sono stati arrestati più volte in Messico e negli Stati Uniti.

Su Joaquín “el Chapo” Guzmán pende una taglia del governo messicano di 5 milioni di dollari. Da anni, ormai, in Messico è in atto una guerra sanguinosa tra Stato e cartelli della droga, che spesso hanno mostrato di essere estremamente violenti. Da quando Felipe Calderón è diventato presidente nel 2006, in Messico sono state uccise 47mila persone a causa della guerra al narcotraffico e della violenza dei cartelli.

foto: JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images