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  • Mercoledì 8 febbraio 2012

I troll di Putin

Un movimento politico giovanile vicino a Putin investe molti soldi nel pagare blogger e commentatori su Internet

(AP Photo/Sergey Ponomarev)
(AP Photo/Sergey Ponomarev)

Il braccio russo di Anonymous ha rivelato ieri alcune tecniche del Nashi (dal russo “i nostri”), il movimento politico giovanile russo vicino a Vladimir Putin, per influenzare scorrettamente l’opinione pubblica sui giornali e soprattutto sul web. Secondo una serie di email scambiate tra l’ex leader di Nashi, Vasily Yakemenko, ora a capo dell’agenzia federale della Gioventù del Cremlino, il portavoce Kristina Potupchik e altri attivisti del movimento, Nashi pagherebbe decine di migliaia di euro a varie persone perché queste scrivano in giro per la Rete articoli e commenti a favore di Putin e del suo partito Russia Unita, per comprare articoli sui giornali o semplicemente per mettere un “non mi piace” ad alcuni video scomodi su YouTube.

Più in dettaglio, come riporta oggi il Guardian che ha potuto visionare i dati in anteprima, le email hanno rivelato che:

1) Alcuni blogger sono stati pagati fino a 600mila rubli (circa 15mila euro) per scrivere articoli che lodano l’attuale premier e Russia Unita o per postare centinaia di commenti su blog che parlano male di Putin.

2) Nelle email si parla della possibilità di comprare e pubblicare una serie di articoli sull’annuale campo estivo del Nashi, presso il lago Seliger, su due tabloid ad alta diffusione (Moskovsky KomsomoletsKomsomolskaya Pravda), per oltre 10 milioni di rubli (circa 250mila euro).

3) Si parla di pagamenti agli attivisti Nashi per mettere centinaia di “non mi piace” ai video su YouTube contro Medvedev e Putin.

4) Si parla anche di una campagna denigratoria contro Alexey Navalny, uno dei leader dell’opposizione russa. Navalny è un avvocato e blogger: recentemente è stato infamato da un giornale locale russo che aveva pubblicato una sua foto, ritoccata grossolanamente, per farlo apparire insieme al magnate Boris Berezovsky, fuggito nel Regno Unito e ricercato dalle autorità russe perché accusato di frodi finanziarie.

Gli hacker di Anonymous hanno rivendicato al portale di notizie online Gazeta.ru che l’azione era programmata dalla primavera dello scorso anno “in segno di protesta contro le azioni del governo russo in Internet”. Lo scorso dicembre c’era già stato un sabotaggio di Twitter organizzato da attivisti pro Putin.

Navalny ha detto al Guardian che queste strategie su Internet riflettono quello che accade per le strade, accusando il governo di “pagare i manifestanti”. Negli ultimi tempi, durante le proteste di piazza contro Putin, sono state frequenti anche le contromanifestazioni, con numeri gonfiati sulla partecipazione da parte delle autorità e il movimento Nashi sempre in prima linea. Il gruppo, che si definisce “democratico, antifascista e antioligarchico”, è nato nel 2005 dopo le proteste popolari delle vicine Ucraina e Georgia. Nikita Borovikov, l’attuale responsabile di Nashi, ha detto che le ultime rivelazioni sulle mail hackerate da Anonymous “non lo riguardano”.

nella foto: attivisti russi del movimento Nashi (AP/Sergey Ponomarev)