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  • Sabato 4 febbraio 2012

Il veto di Cina e Russia sulla Siria

Gli attivisti siriani parlano dell'uccisione di almeno 350 persone a Homs nelle ultime ore, ma Russia e Cina hanno posto comunque il loro veto a una risoluzione dell'ONU contro Assad

(AP Photo/Local Coordination Committees in Syria)
(AP Photo/Local Coordination Committees in Syria)

Aggiornamento 17.58 – Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la Russia e la Cina hanno posto il loro veto alla risoluzione dell’ONU, pianificata dalla Lega Araba, contro il regime siriano di Bashar al Assad. Sono stati tredici i voti a favore della risoluzione con nessuna astensione, ma Cina e Russia hanno confermato le attese e hanno posto il loro veto. La risoluzione prevedeva la condanna delle Nazioni Unite alla repressione di Assad contro i civili e un piano di pace della Lega Araba secondo cui, per fermare le violenze, Assad avrebbe dovuto dimettersi e cedere i poteri al suo vice. Alla luce del veto di Russia e Cina posto alla risoluzione, Susan Rice, ambasciatore americano all’ONU, ha attaccato duramente i due paesi e ha detto che gli Stati Uniti «sono disgustati» dal loro comportamento. Stamane il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva criticato aspramente la bozza di risoluzione, sia per la richiesta di dimissioni di Assad, sia perché non conteneva alcun provvedimento contro le forze di opposizione armate in Siria (ossia, l’esercito di disertori della Siria LIbera). La Tunisia oggi ha espulso l’ambasciatore siriano a Tunisi dopo il «sanguinoso massacro di Homs» di cui si parla in basso.

Secondo l’opposizione in Siria, nelle ultime ore nella città di Homs, una roccaforte dei ribelli, sono state uccise almeno 200 persone «durante una violenta rappresaglia dell’esercito siriano».

Il numero dei morti secondo alcune fonti potrebbe essere ancora più alto. Alcuni attivisti hanno spiegato a Sky News che le persone uccise sarebbero circa 350, «tra queste molte donne e bambini». Secondo la loro ricostruzione, ieri l’esercito avrebbe cominciato ad assediare la città con i carri armati, in particolare il quartiere Khalidiya, dopo una manifestazione contro il presidente siriano Bashar al Assad. Su YouTube circolano alcuni video cruenti, che mostrano il massacro di diverse persone, tra cui anche bambini. Assad, attraverso l’agenzia di stampa ufficiale SANA, ha smentito categoricamente l’attacco e ha attribuito la colpa a «uomini armati» che non hanno niente a che fare con l’esercito. Ma se le informazioni fossero confermate, si tratterebbe dell’attacco più grave in Siria dall’inizio della rivolta dello scorso marzo.


Una manifestazione a Homs, ieri pomeriggio

Oggi alle 15 è prevista la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU che dovrà decidere cosa fare con la Siria. Ieri, nei confronti di una risoluzione modellata dalla Lega Araba che, nell’ambito di un piano di pace per la Siria, prevede l’allontanamento di Assad ma non l’intervento militare, si era diffuso un certo ottimismo sull’atteggiamento della Russia, da sempre contraria a ogni sanzione contro la Siria per motivi economici e di opportunità politica. Stamattina, però, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ribadito invece la ferma opposizione del suo paese e ha detto che sarebbe uno «scandalo» se l’ONU mettesse ai voti una risoluzione così com’è, senza gli emendamenti della Russia.

Intanto, continuano in tutto il mondo le proteste contro le ambasciate siriane, organizzate dal movimento online “Occupy Syrian Embassies”. Ieri sono state attaccate le sedi di Londra, Il Cairo e Berlino e altre proteste sono state organizzate per oggi negli Stati Uniti, in Medio Oriente e Australia. A Londra, circa 150 manifestanti si sono radunati la scorsa notte davanti all’ambasciata siriana a Belgrave Square, nel centro della capitale, e sei persone sono state arrestate per aver rotto alcuni vetri dell’edificio.

foto: AP/Local Coordination Committees in Syria