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  • Mercoledì 25 gennaio 2012

Come sarà il referendum sull’indipendenza della Scozia

"Do you agree that Scotland should be an independent country?": il quesito, i tempi e i modi presentati oggi dal premier Alex Salmond

(Jeff J Mitchell/Getty Images)
(Jeff J Mitchell/Getty Images)

Oggi il premier scozzese e leader dello Scottish National Party (SNP), Alex Salmond, ha presentato in Parlamento un documento con le linee guida del governo per il referendum sull’indipendenza della Scozia. In seguito ha avuto luogo un question time con i vari deputati. Per presentare il documento e «la scelta più importante degli ultimi 50 anni» del popolo scozzese, Salmond ha scelto un giorno non casuale: il 25 gennaio, giorno di nascita nel 1759 del poeta Robert Burns, simbolo nazionale della Scozia. Nel documento (dal titolo Your Scotland Your Referendum) Salmond e il suo partito espongono le linee guida della consultazione, che verrà emendata attraverso le segnalazioni dei cittadini, quelle della Commissione Elettorale e anche dopo ulteriori negoziazioni con il governo britannico, con il quale ultimamente ci sono state già molte polemiche.

Il quesito (o i quesiti)
Per prima cosa, Salmond ha annunciato, a meno di grossi sconvolgimenti, la dicitura del quesito elettorale che sarà «chiaro, semplice e diretto»:

Do you agree that Scotland should be an independent country?
(“Siete d’accordo che la Scozia diventi una nazione indipendente?”)

Il quesito sarà seguito dalle scelte “yes” e e “no”. Il documento prevede l’eventuale inclusione di un ulteriore quesito, il cosiddetto devo max, che darebbe alla Scozia un’autonomia fiscale pressoché totale ma non l’indipendenza politica. Questa proposta è benvoluta dal governo britannico perché potrebbe erodere voti agli indipendentisti più radicali, ma è stata anche criticata perché il doppio quesito potrebbe generare un serio conflitto tra le decisioni degli elettori.

Capo di Stato
Nel documento c’è scritto che in caso di indipendenza della Scozia, il capo di Stato rimarrà comunque la Regina Elisabetta II.

Elettori
Come confermato nel documento, Salmond ha detto al parlamento scozzese che il governo vuole estendere l’età minima del diritto di voto per il referendum da 18 a 16 anni. Questa mossa è osteggiata dalla Gran Bretagna, per la quale così si favorirebbe la causa indipendentista. Inoltre, Salmond ha aggiunto che i cittadini scozzesi all’estero molto probabilmente non potranno votare: «Le persone che vivono e lavorano in Scozia sono quelle più indicate per decidere il loro futuro». Inoltre, il referendum sarebbe valido anche se non venisse raggiunto il quorum del 50 per cento.

Costi
Il referendum dovrebbe costare all’incirca 10 milioni di sterline (circa 12 milioni di euro). Ogni comitato ufficiale a favore del “sì” o del “no” ha un tetto di spesa di 700mila sterline, mentre i partiti politici potranno spendere massimo 250mila sterline nella campagna referendaria. I singoli individui o organizzazioni potranno spendere fino a 50mila sterline se registrati presso la Commissione elettorale (altrimenti, se non registrati, solo 5mila sterline).

Tempi
Il documento ha una tabella di marcia molto chiara di qui al referendum e poi alla possibile indipendenza. La data del referendum è fissata per l’autunno del 2014 (mentre il governo britannico vorrebbe anticiparla in più presto possibile, anche in base a dei sondaggi al momento sfavorevoli alla causa indipendentista). La bozza finale del Referendum Bill sarà presentata in Parlamento all’inizio del 2013 per essere approvata, attraverso vari passaggi (tra cui l’approvazione della Regina Elisabetta), entro novembre dello stesso anno. Se i “sì” dovessero vincere nell’autunno del 2014, Salmond ha detto che l’indipendenza dal Regno Unito sarà effettiva entro il 2016.

(La questione dell’indipendenza scozzese)

foto: Jeff J Mitchell/Getty Images