Il suicidio dell’Europa

Secondo Paul Krugman la Germania continua a sbagliare e il crollo dell'euro non è il peggiore degli scenari possibili, a questo punto

Paul Krugman, in un articolo pubblicato oggi in italiano dal Sole 24 Ore, insiste sugli errori che l’Europa e soprattutto la Germania starebbero commettendo nell’affrontare la crisi economica e finanziaria che ha colpito i paesi dell’eurozona. Un’austerità così rigida non può essere la soluzione per Krugman e a questo punto la fiducia degli investitori è irrecuperabile. Inoltre, il modello tedesco dell'”austerità espansiva” che impone la cancelliera Angela Merkel non può essere applicato all’Europa di oggi. A questo punto il default e l’uscita dall’euro, per Krugman, è sì uno scenario terribile, ma non può essere peggiore di quello che sta succedendo adesso.

Il Washington Post recentemente ha pubblicato un pezzo straziante sui patimenti che sta sopportando il cittadino comune in Grecia: con tanti saluti alla dottrina dell’austerità espansiva.
Ma c’è un ossicino che voglio continuare a rosicchiare. Nell’articolo, pubblicato il 10 gennaio con il titolo “In Grecia si comincia a temere che il rigore possa uccidere l’economia”, si parla delle ragioni di questa austerity così feroce: «Le potenze europee, guidate dai paladini della disciplina di bilancio, i tedeschi, hanno insistito e insistono perché la Grecia metta rimedio ad anni di malagestione tagliando e riformando a trecentosessanta gradi per riguadagnare la fiducia degli investitori e garantire l’integrità dell’euro».
Tutto esatto, in generale, tranne quel pezzettino sulla necessità di riguadagnare la fiducia degli investitori: non è di questo che si tratta, perché è abbastanza chiaro, arrivati a questo punto, che la fiducia degli investitori è irrecuperabile.

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