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  • Venerdì 13 gennaio 2012

Il rimpasto del governo giapponese

Il primo ministro Noda ha sostituito due ministri che avevano fatto dichiarazioni spericolate, e altri tre per sostenere la sua proposta di aumento delle tasse

Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha sostituito oggi cinque dei 17 ministri del suo governo. Sono stati rimossi dall’incarico due ministri che avevano fatto diverse dichiarazioni molto criticate dall’opposizione e dall’opinione pubblica negli ultimi mesi: il ministro della Difesa Yasuo Ichikawa e quello dei Consumatori e della Sicurezza alimentare, Kenji Yamaoka. Il rimpasto aveva anche l’obiettivo di aumentare nel governo il sostegno alla proposta, fortemente voluta da Noda, di aumentare la tassa sui consumi (l’equivalente dell’IVA) e riformare il sistema di assistenza sociale. Noda ha nominato un importante membro (ed ex presidente) del suo partito, Katsuya Okada, come vice primo ministro, incaricato delle trattative sulla riforma fiscale.

La proposta di Noda è di aumentare la tassa dall’attuale 5 per cento all’8 per cento nel 2014 e al 10 per cento nel 2015, ma si scontra con l’opposizione che viene dal Partito Liberaldemocratico e da parte del suo stesso partito di governo (il Partito Democratico). La proposta è motivata dall’enorme debito pubblico del paese e dalle necessità di riformare il welfare per far fronte all’invecchiamento della popolazione.

L’opposizione ha detto a Noda che non avrebbe portato avanti i negoziati sull’aumento delle tasse se non avesse rimosso dall’incarico i ministri Ichikawa e Yamaoka. I negoziati sono necessari, dato che il Partito Democratico controlla solo uno dei due rami del parlamento giapponese, e Noda nel frattempo è sceso nei sondaggi sotto un tasso di approvazione del 40 per cento. Le difficoltà di Noda, che è in carica da soli quattro mesi, potrebbero portare a nuove elezioni e a un nuovo primo ministro, che sarebbe l’ottavo dal 2006. Gli ultimi cinque prima di Noda non sono riusciti a restare in carica più di un anno, mentre la politica giapponese non sembra riuscire a liberarsi della sua nota lentezza e incapacità di cambiamento.

L’ex ministro della Difesa Yasuo Ichikawa aveva dichiarato il mese scorso di non essere a conoscenza di un celebre caso di stupro di una bambina di 12 anni da parte di tre militari statunitensi a Okinawa, che successe nel 1995 e causò un incidente diplomatico a livello internazionale (il tema delle basi statunitensi nel paese è un tema molto sentito in Giappone, e periodicamente ritorna al centro del dibattito politico). Kenji Yamaoka, l’altro ministro rimosso dall’incarico, aveva parlato a favore di un sospetto schema di commercio piramidale e aveva paragonato l’eventuale fine dell’euro allo tsunami che ha colpito il paese lo scorso anno. Entrambi erano stati censurati dalla camera alta del parlamento giapponese per le loro dichiarazioni.

foto: AP Photo/Shizuo Kambayashi