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  • Giovedì 5 gennaio 2012

La sconfitta di Anna Hazare

Il giornalista e scrittore indiano Manu Joseph spiega perché il movimento dell'attivista "è nato ed è finito come una farsa"

Il 28 dicembre scorso l’attivista politico indiano Anna Hazare, 74 anni, ha sospeso dopo meno di due giorni lo sciopero della fame che aveva avviato in un sobborgo settentrionale di Mumbai, ufficialmente per motivi di salute. Lo sciopero era stato indetto in occasione dell’approvazione, da parte della Camera bassa del parlamento indiano, del Lokpal Bill, la legge anticorruzione per cui Hazare si è battuto a lungo ma che riteneva insoddisfacente nella forma in cui era stata approvata dal parlamento.

Con lo sciopero della fame di dicembre, Hazare sperava di ripetere il successo di una sua simile protesta dello scorso agosto, organizzata a Nuova Delhi e durata circa due settimane attirando l’attenzione dell’opinione pubblica indiana e mondiale, monopolizzando il dibattito politico del paese e guadagnando popolarità anche per la decisione delle autorità indiane di arrestare Hazare per un breve periodo di tempo. A dicembre come ad agosto, lo sciopero si è tenuto all’aperto, in un luogo pubblico, e intorno all’attivista si sono tenuti comizi e altre iniziative politiche cui hanno partecipato migliaia di persone.

L’ultimo sciopero ha visto una partecipazione popolare molto minore di quanto si aspettava il movimento di Hazare, India Against Corruption (IAC), e una minore attenzione anche da parte dei mezzi di comunicazione. Il giornalista e scrittore indiano Manu Joseph spiega sul New York Times perché la campagna di Hazare, lanciata nove mesi fa con la promessa di portare “una rivoluzione” nella politica indiana, si avvia a un inevitabile fallimento. Non è la prima volta che Hazare causa critiche molto decise: all’apice della sua popolarità, la scorsa estate, la scrittrice e attivista Arundhati Roy aveva attaccato duramente i metodi e le richieste del movimento di Hazare. Scrive Joseph:

Per più di quarant’anni, i membri del parlamento hanno provato a creare un Lokpal [l’ente governativo anticorruzione al centro del Lokpal Bill] e non stupisce che abbiano fallito, dato che riuscirci sarebbe stato suicida, per loro. Hazare ha promesso di ritornare e di combattere ancora un altro giorno nelle strade, cosa che farà sicuramente, ma con una reputazione e un sostegno dei media diminuiti. L’autoproclamata rivoluzione della classe media urbana contro la corrotta classe politica eletta dalle masse sembra finita.

Ma il motivo del fallimento non è da cercare nell’approvazione della legge da parte del parlamento, quanto nelle idee del suo fondatore, un eroe improbabile creato dalle televisioni:

Non è finita per mancanza di ideali o per rabbia ipocrita, ma per lo stesso modo in cui è iniziata, lo scorso aprile, come uno spettacolo per i canali di news televisivi. I conduttori televisivi hanno presentato un uomo con rozze idee obsolete, tra cui la fustigazione come cura per l’alcolismo e la mutilazione come pena per la corruzione, come il nuovo eroe della classe media.

Il movimento anticorruzione di Hazare è stata una storia a cui sono stati i mezzi di informazione a dare eccessiva importanza fin dal primo momento del suo arrivo a New Delhi dal lontano villaggio di Ralegan Siddhi, nell’India centro-occidentale, circondato da circa trecento seguaci. Ma le telecamere hanno fatto in modo di far sembrare la folla più grande, scrive Joseph, prima ancora di informarsi e di capire bene chi fosse l’attivista fino ad allora sconosciuto. In pochi giorni, Hazare aveva un seguito di milioni di persone.

Se lo avessero fatto prima, avrebbero evitato di proclamare come nuovo “santo” della classe media un uomo diventato celebre nelle zone rurali dello stato del Maharashtra, dove si trova il suo villaggio di origine, che dava sostegno al movimento xenofobo Maharashtra Navnirman Sena (MNS), responsabile di diversi attacchi contro gli immigrati dall’India settentrionale a Mumbai, che ha lodato pubblicamente un politico indiano notoriamente anti-musulmano, e che ha paragonato gli investimenti stranieri in India alla colonizzazione britannica. In dibattiti pubblici in televisione, Hazare ha detto che un rimedio per l’alcolismo sono le frustate a chi ne è dipendente, e ha invocato la mutilazione e la condanna a morte per i politici corrotti.

Poco per volta, la gente si è accorta che il nuovo eroe era ben diverso dalle prime aspettative, e gli atteggiamenti xenofobi e antimoderni più volte ripetuti e sbandierati da Hazare e dai suoi primi sostenitori hanno fatto rapidamente calare il suo consenso. “L’India si è liberata esattamente di uomini come lui, nella propria lotta per la modernità”, scrive Joseph, che conclude accusando la coerenza dei suoi ultimi sostenitori:

Ma Hazare, nonostante l’erosione della sua credibilità, ha ancora il supporto della classe media, a causa del suo profondo odio verso i politici. La gente che ha camminato a lungo reggendo candele e indossando berretti con scritto “Io sono Anna”, poi, è imbarazzata per dover ammettere di essersi sbagliata. Vuole credere che una rivoluzione libererà l’India dalla corruzione, anche se qualcuno di loro ha molto probabilmente fatto cose come pagare i funzionari dell’asilo nido per assicurarsi un posto per il figlio.

foto: INDRANIL MUKHERJEE/AFP/Getty Images