• Mondo
  • Martedì 27 dicembre 2011

Il Natale di Alaa e Navalny

Che cosa hanno fatto e chi sono i più importanti dissidenti liberati durante le feste natalizie

Egyptian blogger and activist Alaa Abdel Fattah is greeted by his wife Manal Hassan and their baby following his release from the police headquarters in Cairo on December 25, 2011. Egypt’s judiciary decided to free Abdel Fattah, who was remanded into custody on October 30 and who was also jailed under ousted president Hosni Mubarak, was accused of inciting violence during an October 9 demonstration by Coptic Christians. AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Egyptian blogger and activist Alaa Abdel Fattah is greeted by his wife Manal Hassan and their baby following his release from the police headquarters in Cairo on December 25, 2011. Egypt’s judiciary decided to free Abdel Fattah, who was remanded into custody on October 30 and who was also jailed under ousted president Hosni Mubarak, was accused of inciting violence during an October 9 demonstration by Coptic Christians. AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Durante le feste natalizie sono stati liberati due tra i più importanti e conosciuti dissidenti degli ultimi mesi: l’avvocato e blogger Alexei Navalny, che ha guidato le manifestazioni in Russia contro il governo di Putin, e Alaa Abd El-Fattah, attivista e blogger egiziano diventato simbolo delle proteste contro la giunta militare.

Alaa Abd El-Fattah
È stato liberato il giorno di Natale, dopo quasi due mesi di carcere. Fattah era stato arrestato lo scorso 30 ottobre con l’accusa di aver incitato alla violenza contro i soldati egiziani dopo la repressione della protesta dei cristiani copti, avvenuta lo scorso 9 ottobre e in cui morirono 27 persone.

(Il racconto, le foto e i video degli scontri tra esercito egiziano e cristiani copti)

Fattah era uno dei blogger più attivi durante le proteste contro il regime di Hosni Mubarak ed era stato tra i più accaniti critici della giunta militare: contestava in particolar modo la decisione di sottoporre i civili ai tribunali militari, l’incapacità di soddisfare le istanze della rivoluzione e la feroce repressione delle nuove proteste.

Fattah è stato accolto all’uscita dal carcere da parenti, amici, sostenitori, e dalla moglie Manal – a sua volta blogger e attivista – con il figlio Khaled, nato durante la sua detenzione. Subito dopo la liberazione Fattah è andato a Piazza Tahrir, il punto di raccolta delle proteste prima contro il regime di Mubarak e poi contro la giunta militare. Il giorno seguente ha ricevuto la stampa nella casa dei suoi genitori al Cairo, dove ha raccontato di non essere stato torturato o maltrattato ma che i suoi compagni di prigionia erano stati picchiati numerose volte. Si è anche detto certo della sua assoluzione – Fattah è ancora sotto processo – e ha ribadito che non è disposto ad arrendersi: «Devo a mio figlio Khaled un paese migliore; io e sua mamma gli abbiamo promesso che vivrà in un Egitto migliore – ma non sta succedendo, non è cambiato niente».

Fattah ha 30 anni ed è cresciuto in una famiglia con una lunga storia di militanza politica. Suo padre, Ahmed Seif El-Islam Hamed, è un noto avvocato e attivista per i diritti umani arrestato nel 1980 e imprigionato per cinque anni dal regime. La zia è Ahdaf Soueif, scrittrice di fama internazionale e commentatrice politica del Guardian. Sua sorella, Mona Seif, è tra i fondatori del movimento egiziano «No ai processi militari per i civili».

Alexei Navalny
Il blogger e avvocato russo Alexei Navalny è uno tra i più tenaci oppositori del Cremlino ed è tra i principali leader delle proteste che sono scoppiate in Russia in seguito alle elezioni legislative del 4 dicembre, in cui il governo viene accusato di brogli.

(La guida del Post per capire cosa sta succedendo in Russia)

Navalny, che ha coniato l’espressione “partito di ladri e malfattori” per descrivere il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, era stato arrestato il 6 dicembre con l’accusa di aver ostacolato la polizia e di aver fomentato i manifestanti durante una delle più grosse contestazioni a Mosca contro il governo. È stato liberato il 21 dicembre dopo 15 giorni di carcere e si è subito rimesso al lavoro per organizzare un’altra manifestazione fissata per il 24 dicembre, alla quale hanno partecipato decine di migliaia di persone. Durante la contestazione Navalny è stato accolto trionfalmente dalla folla e ha tenuto un discorso dai toni fortemente critici nei confronti di Putin.

(Le foto delle proteste di sabato in Russia)

Il giorno dopo ha partecipato a una protesta contro la decisione di un tribunale russo di prolungare di altri dieci giorni la detenzione dell’attivista di sinistra Sergei Udaltsov, che doveva venire liberato domenica e che era stato arrestato per resistenza alla polizia durante le manifestazioni del 4 dicembre.

Lunedì Navalny ha detto in un’intervista a una radio moscovita di essere pronto a candidarsi per la presidenza, a patto che la competizione sia onesta e che vengano modificate le leggi elettorali. Navalny non si può più candidare per le elezioni presidenziali del prossimo 4 marzo, perché il termine per presentare le candidature è scaduto agli inizi di dicembre. Ma sia lui che altri oppositori del governo hanno chiesto di ritardare le elezioni in seguito alle proteste e riaprire le candidature. In caso contrario hanno minacciato massicce proteste e di non riconoscere l’esito del voto. «Forse sono troppo ingenuo, ma se portiamo un milione di persone in piazza allora è fatta, non potranno farci niente. E dovranno ascoltare le nostre richieste», ha spiegato alla radio.

Navalny è un avvocato di 35 anni ed è diventato famoso negli ultimi anni per le sue battaglie contro la corruzione in Russia. Il suo blog è uno tra i più letti in Russia. Navalny è anche un convinto nazionalista e partecipa ogni anno alle celebrazioni della Giornata dell’unità nazionale, che vede la partecipazione di gruppi neo-nazisti e militanti di estrema destra.

(La giornata dell’Unità nazionale in Russia)

(Chi è Alexei Navalny)