• Mondo
  • Lunedì 26 dicembre 2011

I primi risultati del rapporto su Fukushima

Per la commissione d'inchiesta indipendente istituita dal governo, la società che gestiva la centrale nucleare e l'Agenzia per la Sicurezza Atomica erano impreparate e non hanno risposto in modo adeguato all'emergenza

Workers dressed in protective suits and masks are checked for radiation outside a building at J-Village, a soccer training complex now serving as an operation base for those battling Japan’s nuclear disaster in Fukushima prefecture on November 11, 2011. Japan’s lower house approved a 156 billion USD draft budget to finance post quake reconstruction and boost an economy hit by slow global growth and a strong yen. AFP PHOTO / POOL DAVID GUTTENFELDER (Photo credit should read DAVID GUTTENFELDER/AFP/Getty Images)

Workers dressed in protective suits and masks are checked for radiation outside a building at J-Village, a soccer training complex now serving as an operation base for those battling Japan’s nuclear disaster in Fukushima prefecture on November 11, 2011. Japan’s lower house approved a 156 billion USD draft budget to finance post quake reconstruction and boost an economy hit by slow global growth and a strong yen. AFP PHOTO / POOL DAVID GUTTENFELDER (Photo credit should read DAVID GUTTENFELDER/AFP/Getty Images)

Secondo la prima parte, pubblicata oggi, del rapporto ufficiale condotto da una commissione d’inchiesta indipendente istituita a maggio dal governo giapponese, la Tepco (società che gestiva la centrale nucleare di Fukushima) e l’Agenzia giapponese per la Sicurezza Atomica non «avevano adottato le misure di sicurezza precauzionali» necessarie per fare fronte al terremoto (di magnitudo 9) e allo tsunami (con onde alte fino a 14 metri) che l’11 marzo del 2011 hanno colpito il Paese.

Il nuovo documento smentisce la conclusione delle indagini interne condotte dalla Tepco secondo le quali l’impianto e i suoi sei reattori non si sarebbero potuti proteggere in alcun modo da un evento di quella portata. Nonostante le probabilità di uno tsunami di quelle dimensioni fossero bassissime, nel nuovo rapporto si afferma che i calcoli avevano dimostrato che il rischio esisteva. Il fatto che l’altezza delle onde abbia superato le aspettative non deve essere considerata un’attenuante per la Tepco nel gestire l’incidente.

Il rapporto sostiene che la Tepco non abbia risposto adeguatamente all’emergenza, per mancanza di conoscenza sufficiente della propria attrezzatura e per carenze nella formazione del personale. Ma si legge anche che la risposta del governo nella fase iniziale della crisi è stata lenta e problematica a causa della poca chiarezza e del linguaggio evasivo con il quale i cittadini sarebbero stati informati. Una cattiva comunicazione ci sarebbe stata anche tra i funzionari della Tepco e le autorità.

La parte finale del documento sarà pubblicata nell’estate del 2012. Per ora, le 506 pagine del rapporto contengono interviste a più di 450 persone, tra funzionari governativi e lavoratori dell’impianto.