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  • Mercoledì 21 dicembre 2011

I dubbi sul voto in Cecenia

Quasi il 100 per cento dei ceceni, nelle elezioni parlamentari russe, ha votato il partito di Putin con un'affluenza oceanica: circolano parecchie perplessità

Russian President Vladimir Putin (L) confers with Chechen President Ramzan Kadyrov (R) during a meeting with a survey squad of “12″ movie in the residence of Novo-Ogaryovo outside Moscow, 02 November 2007. AFP PHOTO / RIA NOVOSTI / KREMLIN / DMITRY ASTAKHOV (Photo credit should read DMITRY ASTAKHOV/AFP/Getty Images)

Russian President Vladimir Putin (L) confers with Chechen President Ramzan Kadyrov (R) during a meeting with a survey squad of “12″ movie in the residence of Novo-Ogaryovo outside Moscow, 02 November 2007. AFP PHOTO / RIA NOVOSTI / KREMLIN / DMITRY ASTAKHOV (Photo credit should read DMITRY ASTAKHOV/AFP/Getty Images)

Nelle elezioni parlamentari che si sono svolte all’inizio di dicembre in Russia il partito di governo “Russia Unita” aveva vinto ottenendo la maggioranza assoluta alla Duma ma perdendo più di dieci punti rispetto le scorse votazioni: in Cecenia, però, il partito di Putin ha ottenuto il 99,48 per cento dei voti con un’affluenza del 99,51 per cento. Subito dopo le elezioni si erano svolte in Russia manifestazioni contro Putin e il governo accusati di brogli e irregolarità, proteste che nonostante gli incredibili risultati elettorali non hanno sfiorato la Cecenia, il Paese dove le truppe federali russe, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, hanno combattuto due violentissime guerre (nel 1994 e nel 1999). In Cecenia non è stato presentato alcun reclamo ufficiale sulle presunte violazioni, ma tra gli abitanti il risultato ha suscitato qualche perplessità, anche se espressa con molta cautela.

Dall’analisi del voto di dicembre nell’area caucasica risulta una netta divisione tra le zone a maggioranza musulmana (come appunto la Cecenia) e quelle invece con una concentrazione maggiore di popolazione russa (come Stavropol e Krasnodar). Sui risultati elettorali nell’area del Caucaso, e in particolare in Cecenia, si erano pronunciati molti analisti politici: Vyacheslav Nikonov, ad esempio, aveva spiegato il legame tra autoritarismo e repressione: «Il sistema in Cecenia è basato sull’autorità, e l’autorità è in grado di garantire i giusti risultati. Non ho sentito parlare di risultati del genere fin dai tempi sovietici». Il Presidente ceceno in carica Ramzan Kadyrov, fedele a Putin, subito dopo gli esiti del voto aveva ringraziato i ceceni «del grande risultato ottenuto»: il partito al potere in Russia nomina anche i singoli presidenti delle repubbliche.

L’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato oggi un’intervista a Dagmein Khaseinova un uomo di 53 anni che abita nel villaggio ceceno di Mekhketi che spiega come il suo piccolo paese riceverà un premio in denaro promesso dalle autorità cecene per il risultato elettorale e per la maggiore affluenza alle urne di tutta la Cecenia: «Ci è stato promesso un qualche tipo di premio in denaro in caso di vittoria», ha spiegato. «Russia Unita è il partito di Putin e la Cecenia non avrebbe mai votato per Putin» ha detto un uomo che per paura di ritorsioni ha rifiutato di fare il proprio nome e che risiede a Grozny: «Nella mente di ogni ceceno Putin è associato ai combattimenti che hanno distrutto Grozny e altre città in tutta la regione. Il voto per Putin è assurdo tanto quanto un risultato del 99 per cento».

Sul sito internet Knot, un blogger che è stato identificato come lamro95 ha detto che tutti gli insegnanti della sua città sono stati chiamati al lavoro il giorno delle elezioni: «Un mio conoscente ha votato tre volte nello stesso seggio. Dato che le urne si trovavano nelle scuole cecene, gli insegnanti hanno votato più volte». In Cecenia non è stato organizzato alcun monitoraggio per le elezioni: «Non abbiamo monitorato perché sapevamo che non aveva senso» ha detto un uomo che ha rifiutato di fare il suo nome e quello dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani per cui lavora: «L’affluenza sarà sempre al 99 per cento e il numero di voti per il partito al governo sarà sempre al 99 per cento».

Isa Khadjimuradov, leader socialista in Cecenia di “Russia Giusta”, ha detto di aver ricevuto una telefonata dalla sede centrale del suo partito il giorno dopo le elezioni nella quale gli si chiedeva perché, secondo i dati ufficiali, circa il 90 per cento dei loro 12mila iscritti avesse espresso la preferenza per il partito di Putin. Come Khadjimuradov sono in molti a sostenere che il presidente Kadyrov, musulmano e fedelissimo al Cremlino, utilizzi i cospicui finanziamenti di Mosca per promuovere le proprie ambizioni personali e quelle di coloro che gli sono vicini. Accuse che il presidente ha negato, dicendo che sta lavorando per ricostruire la regione e mantenere la pace.

Nella foto, Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov (Photo credit should read DMITRY ASTAKHOV/AFP/Getty Images)