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  • Martedì 20 dicembre 2011

La Norvegia ancora senza burro

Il governo ha abbassato il dazio sull'importazione per il mese di dicembre, le cose migliorano di poco

(AP Photo/Heiko Junge, Scanpix Norway)

(AP Photo/Heiko Junge, Scanpix Norway)

Dai negozi e dai supermercati di tutta la Norvegia manca il burro da giorni a causa, si ritiene, dell’improvvisa popolarità di una dieta che diminuisce la quantità relativa di carboidrati a favore dei grassi, e di un’estate molto piovosa che ha portato alla diminuzione del foraggio per i bovini e della conseguente produzione di latte: sono circa 25 milioni i litri in meno prodotti rispetto l’anno scorso.

Più si avvicina il Natale e più la mancanza di burro si fa seccante per i norvegesi che rischiano di non poter preparare molti piatti tipici e i sette tipi di biscotti previsti dalla tradizione. Così hanno iniziato a circolare in rete e sui giornali sia ricette alternative che non prevedono l’uso del burro sia la ricetta per fare il burro in casa. Anche i ristoranti hanno iniziato a produrlo nelle loro cucine, per continuare a lavorare e accontentare i clienti.

L’azienda TINE, che in Norvegia ha quasi il monopolio della produzione di prodotti caseari e che riunisce oltre 15mila allevatori, ha chiesto al governo di abbassare il dazio all’importazione per il burro. La Norvegia è infatti l’unica nazione nordica che non fa parte dell’Unione Europea e impone dazi commerciali molto alti sui beni importati. Il governo di Oslo ha accettato di portare la tassa a 4 corone al chilo, invece che 25 per il mese di dicembre. TINE potrà quindi importare 750 tonnellate di confezioni di burro per i consumatori e 1.000 per le sue tre industrie alimentari.

Per Roskifte, portavoce di Norgesgruppen ASA, una delle maggiori catene di supermercati norvegesi, ha spiegato che ora i negozi hanno iniziato a ricevere più panetti di burro da mettere in vendita ma che «c’è una tendenza da parte dei consumatori all’acquisto per l’accumulo: la gente ha aspettato per settimane di poter ottenere il burro». E questo rischia di far tornare la situazione nuovamente critica.

Il cartello fuori da un negozio di Oslo dice «Ci dispiace ma siamo temporaneamente senza burro» (AP Photo/Heiko Junge, Scanpix Norway)