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  • Lunedì 12 dicembre 2011

La Russia blocca Internet?

I grossi rallentamenti della Rete durante la manifestazione di sabato a Mosca non sono che l'ultimo episodio di una strategia che va avanti da settimane

Sabato scorso, 10 dicembre, migliaia di persone hanno manifestato a Mosca per protestare contro l’esito elettorale delle ultime elezioni legislative, che ha assicurato nuovamente la vittoria a Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. I manifestanti hanno sfilato con bandiere e striscioni contro il primo ministro, accusando il governo russo di avere alterato i risultati elettorali (gli osservatori internazionali hanno riscontrato molte irregolarità nel voto). Molti hanno provato a coordinare la protesta usando cellulari e social network, ma una volta in piazza sono rimasti tagliati fuori a causa delle connessioni estremamente lente o del tutto bloccate.

Gli organizzatori della manifestazione accusano il Cremlino di aver intenzionalmente intasato la rete cellulare a Mosca, eliminando il blocco solo a protesta finita. L’ennesimo esempio di come il governo russo cerchi di indebolire l’opposizione rendendo difficoltoso l’utilizzo del suo principale strumento per coordinarsi. La scorsa settimana, migliaia di profili su Twitter avevano inviato una enorme quantità di messaggi identici per impedire le comunicazioni tra i manifestanti antigovernativi. E secondo gli oppositori, il sistema sarebbe stato messo in piedi da funzionari governativi.

«Le ingerenze sono già iniziate. Rallentano la Rete nel corso di simili eventi e vedremo che cosa faranno la prossima volta» spiega il parlamentare e imprenditore russo Ilya Ponomaryov sul Wall Street Journal. Ponomaryov è stato tra gli organizzatori delle proteste dei giorni scorsi ma le sue accuse, come quelle di centinaia di altri manifestanti, sono state seccamente smentite dal Cremlino. Il governo e le imprese che gestiscono le connessioni Internet dicono che sabato scorso la rete cellulare era intasata semplicemente a causa della presenza di migliaia di manifestanti nel centro di Mosca. I ripetitori delle singole celle si sarebbero rapidamente intasati, portando a un rallentamento considerevole delle connessioni, che in alcuni casi sarebbero apparse del tutto bloccate. Un provider ha spiegato che la domanda di banda nelle ore della manifestazione era dieci volte superiore alla norma.

La faccenda della saturazione della rete cellulare può forse spiegare in parte i problemi di sabato, dicono i leader della protesta, ma la stessa giustificazione non può essere certo applicata per le altre manifestazioni più piccole avvenute nel corso della settimana. Non spiega nemmeno i casi di spamming su Twitter, sui siti dell’opposizione e il rallentamento su quelli di informazione. Il governo russo esercita un notevole controllo su alcuni mezzi di comunicazione, come la tv di Stato, ma solo di recente ha iniziato a occuparsi con più insistenza della Rete. Ha iniziato a farlo da quando molti cittadini hanno iniziato a utilizzare Internet per informarsi, aggirando così le testate condizionate dal governo. Internet sta diventando la fonte principale di notizie per un numero crescente di russi: la piattaforma per blog LiveJournal ha aumentato negli ultimi mesi il traffico dalla Russia di circa il 50 per cento, nonostante i fenomeni di spam per rallentarne il funzionamento.

Gli oppositori temono che il Cremlino possa intensificare ulteriormente il proprio controllo su Internet per evitare la diffusione di alcune informazioni. Il governo usa un sistema di monitoraggio dei contenuti che si chiama SORM, voluto da Vladimir Putin quando si insediò per la prima volta al potere. Il sistema serve ufficialmente per condurre indagini su particolari crimini, ma di fatto permette alle autorità di verificare buona parte dei contenuti che vengono veicolati dai provider russi.

In futuro, dice Ponomaryov sul Wall Street Journal, il governo potrebbe decidere di trasformare SORM in una sorta di firewall, analogo a quello usato da tempo in Cina per impedire l’accesso a particolari siti e servizi online: «Non sono sicuro al cento per cento che possano farlo in cinque minuti, schiacciando un tasto, ma non servirebbe nemmeno molto tempo».