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  • Lunedì 12 dicembre 2011

Come cambierà la manovra

A che punto siamo, a un giorno dall'arrivo del testo in Parlamento

Oggi le commissioni che stanno esaminando il testo della manovra economica del governo Monti – varata dal Consiglio dei ministri sotto forma di decreto legge per via della sua urgenza – licenzieranno il testo e lo lasceranno all’esame dell’aula, che inizierà domani. Tutte le forze politiche e sociali chiedono modifiche e interventi su alcune questioni, ed è probabile che almeno su alcune di queste il Parlamento trovi un accordo, col consenso del governo. Monti e i suoi ministri si sono detti disponibili ad alcuni ritocchi purché non alterino l’impianto generale della manovra. I nodi di cui si sta discutendo, e quindi i punti più suscettibili di modifiche, sono questi.

– L’indicizzazione delle pensioni
La manovra blocca per due anni l’adeguamento all’inflazione delle pensioni più alte di 960 euro. La misura è osteggiata dal Partito Democratico e soprattutto dai sindacati, che oggi hanno indetto tre ore di sciopero e chiedono di alzare la soglia di protezione. Si discute dell’innalzamento della soglia a 1400 euro, ma bisogna capire dove trovare i soldi. Le ipotesi rimangono sostanzialmente due: chiedere un “contributo di solidarietà” alle pensioni più alte o ai cosiddetti “pensionati baby”, in qualità di privilegiati, oppure lavorare sui capitali scudati. La manovra impone una tassa aggiuntiva dell’1,5 per cento sui capitali rientrati in Italia anonimamente pagando un’aliquota del 5 per cento. Oggi i giornali suggeriscono una soluzione di questo tipo: pagare un’imposta aggiuntiva del 3 per cento – invece dell’1,5 – oppure sottoscrivere BTP decennali per lo stesso valore del capitale scudato. Si parla anche di mantenere l’indicizzazione, ma dimezzandola, per le pensioni dai 960 ai 1400 euro: in questo modo l’intervento richiederebbe meno denaro.

(“Come funzionano le pensioni in Italia”)

– Le tasse sulla casa
Le risorse provenienti dall’eventuale innalzamento delle imposte sui capitali scudati servirebbero anche per aumentare le detrazioni per l’IMU, la nuova imposta sugli immobili. Oggi la manovra prevede una detrazione di 200 euro sulla prima casa. Si parla di alzare la detrazione a 350-400 euro, ma solo per le famiglie con un reddito al di sotto di un certo livello (basato sull’ISEE).

– Le pensioni in contanti
La manovra prevedeva una soglia di 500 euro per i pagamenti della pubblica amministrazione (per tutti gli altri pagamenti la soglia è fissata a 1000 euro). Sembra praticamente certo un intervento volto ad alzare quella soglia a 980 euro, per evitare di “costringere” i titolari di pensioni ad aprire un conto corrente, se non ce l’hanno.

– L’imposta di bollo
La manovra introduce l’imposta di bollo al deposito titoli e ad altri strumenti e prodotti finanziari, come le polizze assicurative sulla vita, i fondi immobiliari e i fondi comuni (praticamente tutti tranne fondi pensione e sanitari). L’innalzamento dell’imposta, definito in modo progressivo, potrebbe essere un ulteriore strumento per raccogliere risorse (insieme a un aumento dell’IRPEF sui redditi alti, che sembra ancora molto improbabile ma di cui si è tornati a parlare).

– ICI sulla Chiesa e frequenze televisive
Queste sono in realtà le cose di cui si parla di più ma su cui si fa meno. In questo momento non sembrano all’ordine del giorno né interventi volti a chiarire la lacunosa legislazione sull’imposta sugli immobili e gli enti religiosi a finalità parzialmente o totalmente commerciali, né l’istituzione di un’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive per il digitale terrestre.

(“Quelli che non pagano l’ICI”)

foto: LaPresse