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  • Giovedì 1 dicembre 2011

I rischi del colpo di testa

Secondo una ricerca statunitense colpire un pallone con la testa diverse centinaia di volte l'anno fa male al cervello

In campo medico si discute da molti anni sui possibili effetti negativi sul cervello dei colpi di testa nel gioco del calcio. Uno studio, i cui risultati sono stati presentati la scorsa settimana a Chicago al congresso annuale della Radiological Society of North America, e che è stato molto ripreso dai mezzi di informazione, sembrerebbe mostrare che i giocatori che colpiscono di testa la palla oltre un migliaio di volte all’anno presentano effettivamente lesioni cerebrali.

L’autore dello studio, Michael Lipton, direttore associato del Gruss Magnetic Resonance Research Center all’Albert Einstein College of Medicine di New York, ha analizzato con un particolare strumento di risonanza magnetica (l’imaging con tensore di diffusione) su 38 giocatori di calcio non professionisti di New York che avevano iniziato a giocare da bambini. I giocatori hanno dichiarato di colpire la palla in media più di 400 volte all’anno. In un quarto dei giocatori, quelli che la colpivano più frequentemente (in media 1300 volte l’anno), era più probabile trovare lesioni in regioni del cervello che hanno un ruolo centrale nei processi cognitivi, nell’attenzione, nella memoria e nelle capacità motorie. I giocatori che colpivano la palla meno di frequente non mostravano lesioni simili.

Il dottor Lipton ha detto che le lesioni cerebrali erano simili a quelle che si registrano in caso di commozione cerebrale o di trauma cranico. Gli effetti dei colpi di testa, ha detto, potrebbero essere cumulativi: «Colpire di testa un pallone non provoca un impatto abbastanza forte da lacerare fibre nervose nel cervello. Ma ripetere la tecnica potrebbe scatenare una cascata di risposte che possono portare a una degenerazione delle cellule cerebrali».

Come riporta la BBC, i colpi di testa sono stati reputati responsabili della morte di almeno un calciatore, in passato. Jeff Astle, un giocatore inglese con una lunga carriera nel West Bromwich Albion e nella nazionale, morì nel 2002 a 59 anni: il medico legale stabilì che la sua morte era stata causata da una malattia degenerativa del cervello causata dall’impatto con i palloni di cuoio che si usavano negli anni Sessanta, molto più pesanti degli attuali.

La ricerca di Lipton avrà bisogno di ulteriori studi e verifiche, dato che al momento non è stata ancora sottoposta al meccanismo del peer review (la “valutazione tra pari”, che come ha spiegato Riccardo Spezia è il meccanismo fondamentale per dare autorità scientifica a un lavoro di ricerca). Ma la connessione tra i colpi di testa e i danni cerebrali era già stata oggetto di studi medici, soprattutto negli ultimi anni, che non avevano raggiunto risultati conclusivi: secondo alcuni, l’unico rischio reale di danni cerebrali per i giocatori di calcio viene dagli scontri accidentali di gioco che si ricevono mentre si tenta di colpire il pallone, e non dall’impatto con la palla.

La principale associazione professionale dei pediatri statunitensi, la American Academy of Pediatrics, presenta così l’argomento in una rassegna del 2000 delle pubblicazioni sul tema delle lesioni sportive nel calcio giovanile:

Le lesioni alla testa e al volto ammontano a una percentuale tra il 4,9% e il 22% delle lesioni legate al calcio, e tra queste circa il 20% sono commozioni cerebrali.

Le conseguenze cognitive del “colpire di testa” la palla sono state sottoposte a un attento esame dai ricercatori. Tenendo conto di un gruppo di controllo, i giocatori adulti di calcio in Norvegia che hanno cominciato a giocare a calcio nel settore giovanile (escludendo quelli che hanno una storia di lesioni alla testa non collegata con il calcio) hanno mostrato deficit dell’attenzione, della concentrazione e della memoria che vanno dal leggero al grave nell’81% dei casi. I giocatori che colpivano di testa più frequentemente durante le gare avevano tassi più alti di mancanze cognitive rispetto ai giocatori che utilizzavano la tecnica meno spesso. Altri ricercatori hanno espresso preoccupazione riguardo ai deficit cognitivi nei giocatori dei settori giovanili dopo un’esposizione molto più breve ai colpi di testa. È necessario svolgere ulteriori studi prima di poter trarre una conclusione sulla sicurezza dei colpi di testa nei giovani giocatori di calcio.

foto: DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images