Il Senato abolisce i vitalizi, quasi

Solo dalla prossima legislatura, e bisognerà vedere cosa farà la Camera

Il Consiglio di presidenza del Senato ha deciso all’unanimità la cancellazione dei vitalizi per i suoi ex membri, a partire dai senatori eletti nella prossima legislatura. Di recente il Senato si era impegnato in tal senso approvando alcuni ordini del giorno. La questione dell’abolizione dei vitalizi già erogati, invece, è stata sempre considerata molto problematica da affrontare: il vitalizio è di fatto un diritto acquisito e sarebbero probabilmente bastati un paio di ricorsi per annullare l’improvvisa interruzione della sua erogazione per chi lo riceve già. «Giuridicamente non eravamo competenti», ha detto Benedetto Adragna, questore del Senato, a proposito dei vitalizi già erogati. Non è ancora chiaro se e quale sistema sarà impiegato al posto dei vitalizi, Adragna ha detto che sarà concordato con la Camera.

La funzione originaria dei vitalizi era permettere a un cittadino di svolgere il ruolo di parlamentare – e quindi mettersi in aspettativa, licenziarsi o chiudere la propria impresa – senza temere di non avere più un reddito conclusa la legislatura. La loro erogazione però è sempre stata molto contestata, per la loro assegnazione indiscriminata anche a chi non aveva lasciato una professione prima di essere eletto in Parlamento e a chi dopo l’uscita dal Parlamento percepiva comunque redditi da altre professioni. Per un lungo periodo, per assicurarsi il vitalizio era sufficiente insediarsi in Parlamento. Oggi serve aver fatto il parlamentare per un’intera legislatura.

Il Consiglio di presidenza del Senato costituisce il vertice amministrativo dell’organo. Ne fanno parte il presidente, che lo presiede, i quattro vicepresidenti, i tre senatori questori e i senatori segretari. Vi trovano rappresentanza i membri di tutti i gruppi parlamentari, compreso il gruppo misto, nel rispetto del rapporto esistente tra maggioranza ed opposizione. Ne fa parte anche il Segretario generale ma senza diritto di voto. Il Consiglio di presidenza delibera il progetto di bilancio del Senato, le variazioni degli stanziamenti ed il conto consuntivo; approva il regolamento della Biblioteca e quello dell’Archivio storico; delibera le sanzioni nei confronti dei senatori; nomina il segretario generale e i vicesegretari generali, su proposta del presidente; approva i regolamenti interni e adotta i provvedimenti relativi al personale; esamina tutte le questioni che gli siano deferite dal presidente.

foto: Mauro Scrobogna/LaPresse