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  • Lunedì 21 novembre 2011

La guerra del Cairo

Si è dimesso il governo: almeno 33 persone sono morte finora negli scontri

Protesters gather in Tahrir Square in Cairo, Egypt, Monday, Nov. 21, 2011. Security forces fired tear gas and clashed Monday with several thousand protesters in Cairo’s Tahrir Square in the third straight day of violence that has killed dozens of people and has turned into the most sustained challenge yet to the rule of Egypt’s military.(AP Photo/Khalil Hamra)

Protesters gather in Tahrir Square in Cairo, Egypt, Monday, Nov. 21, 2011. Security forces fired tear gas and clashed Monday with several thousand protesters in Cairo’s Tahrir Square in the third straight day of violence that has killed dozens of people and has turned into the most sustained challenge yet to the rule of Egypt’s military.(AP Photo/Khalil Hamra)

È stata una giornata di continue violenze e scontri – di fatto una specie di guerra civile – al Cairo e in altre città egiziane. Da quando venerdì erano cominciate le prime nuove occupazioni di piazza Tahrir per protesta contro le involuzioni del processo democratico avviato con la caduta del regime di Hosni Mubarak, i combattimenti con lacrimogeni, molotov, bastoni e armi da fuoco tra militari e dimostranti non si sono interrotti per tre giorni. Alle 19,30 italiane, dopo le dimissioni di ieri del ministro della Cultura, è arrivata notizia delle dimissioni in blocco di tutto il governo, presentate alla giunta militare che di fatto governa l’Egitto dalla caduta di Mubarak. Manifestazioni e scontri ci sono state anche in altre città dell’Egitto, ma al Cairo risultano finora almeno 33 morti.

20,47 – Il ministro dell’Informazione egiziana, Osama Heikal ha detto a Reuters che le dimissioni del governo non state accettate dal Consiglio Militare.

20,32 – Reuters dice che il Consiglio militare vorrebbe un accordo sul nuovo primo ministro prima di accettare le dimissioni.

20,20 – Nel frattempo al Jazeera dice che gli scontri sono ancora in corso.

20,10 – Il giornale egiziano al-Shorouk ha dato su twitter la notizia che il Consiglio supremo delle forze armate avrebbe accettato le dimissioni del governo ad interim.

19,39 – Reuters scrive che il governo ha presentato le sue dimissioni al Consiglio Militare.

18,18 – È in corso un Consiglio ei Ministri ristretto di emergenza su quello che sta avvenendo al Cairo e nelle altre città in tumulto.

17,40 – I Fratelli Musulmani hanno diffuso un comunicato che condanna severamente quanto sta accadendo a piazza Tahrir.

17,21 – Sta prendendo corpo l’organizzazione di una grande marcia per domani, una “manifestazione di un milione di persone”.

17.05 – I manifestanti continuano a chiedere le dimissioni immediate di Tantawi, capo della giunta militare.

16.50 – Il numero di morti accertati è salito a 33.

16.30 – Gli scontri continuano nelle strade intorno a piazza Tahrir, che intanto è sempre più affollata.

16.15 – Le foto della guerriglia di oggi al Cairo

16.00 – Una delle vittime degli scontri di ieri avvolta in una coperta e vegliata da un parente.

15.50 – I manifestanti stanno cacciando le troupe della televisione di stato dalla piazza.

15.30 – La diretta video da piazza Tahrir.

15.12 – Tutto il paese è in rivolta contro il potere della giunta militare, non solo Il Cairo. Proteste anche a Alessandria, Port Said, Suez, Ismailia, Assiut, Qena, Assuan.

15.00 – Un ragazzino si fa scudo con una lamiera mentre altri due scappano.

14.45 – La descrizione di quello che sta succedendo in via Mohamed Mahmoud, dal corrispondente del Guardian:

È una scena di completa devastazione, ci sono macerie ovunque e molte persone ferite e sanguinanti. Ci sono anche molti veicoli carbonizzati e barricate di metallo ovunque.

14.40 – Al Jazeera ha raccolto un panel di esperti che spiegano perché quello che sta succedendo in Egitto è importante.

14.34 – AP si corregge: il numero ufficiale di morti degli ultimi tre giorni è 24, non 35.

14.20 – Ayman Nour,  leader storico dell’opposizione contro Mubarak e attuale capo del partito El Ghad, è in piazza Tahrir con i manifestanti.

14.15 – Le elezioni per il momento restano confermate per il 28 novembre, ma poco fa alcuni partiti hanno annunciato che sospenderanno la loro campagna elettorale per scendere in piazza a fianco dei manifestanti.

13.33 – Arrivano conferme dall’obitorio, i morti da ieri sono 35.

13.25 – AFP dice che il numero dei morti è arrivato a 33, aspettiamo altre conferme. La giornalista di Al Jazeera Sherine Tadros si trova in piazza Tahrir e dice che secondo molti manifestanti il gas lacrimogeno usato adesso dall’esercito è più pesante di quello di ieri.

“Sono stata tra i gas per appena 20 minuti e mi sento come se mi abbiano picchiata, tremo dalla testa ai piedi. Non posso immaginare come si sentano i manifestanti dopo tre giorni”

13.08 – Daniele Raineri, giornalista italiano inviato del Foglio in Egitto, sta raccontando da ieri la situazione su Twitter. Ora scrive anche lui che la “tregua” è “finita da un pezzo”, c’è “fuoco intenso e senza senso”. Altre persone confermano che gli spari hanno riguadagnato intensità.

12.37 – Aumenta anche il numero delle molotov lanciate dai manifestanti contro la polizia. «Dobbiamo rispondere con la forza, non possiamo solo lanciare pietre», ha detto uno di loro al corrispondente di AP.

12.20 – Negli ultimi minuti sono aumentati i lanci di gas lacrimogeni ed è cresciuto anche il numero di feriti soccorsi nell’ospedale improvvisato su uno dei lati della piazza. Molti hanno bisogno di soccorso in seguito all’intossicazione dei gas, alcuni sono stati colpiti da pallottole di gomma.

12.19 – Secondo gli ultimi aggiornamenti di Al Jazeera la situazione al Cairo sembra peggiorare, anche se il centro degli scontri sembra essersi spostato da piazza Tahrir a via Mohamad Mahmoud.

12.00 – Un video delle violenze di questa mattina contro i manifestanti, anche questo molto forte.

11.30 – Il portavoce del CSM ha detto durante la conferenza stampa che la giunta vuole assicurare la transizione di potere a un governo civile, ma gli scontri continuano.

11.15 – Conferenza stampa del CSM ora in corso: «Stiamo solo proteggendo il ministero degli Interni».

11.14 – Un medico piange accanto al corpo di uno dei feriti che non ce l’hanno fatta.

11.00 – Il ministero della Salute aggiorna il numero di morti accertati: 22.

10.55 – Il Consiglio Supremo Militare ha annunciato che terrà a breve un discorso ufficiale sugli scontri delle ultime 48 ore.

10.10 – I manifestanti si scrivono i numeri di telefono dei loro genitori sulle braccia, in modo che li possano contattare se finissero all’ospedale.

10.07 – Il ministero della Salute ora conferma che il numero di morti è salito a 20.

9.50 – Sul Post avevamo spiegato perché le elezioni in Egitto sarebbero state molto diverse da quelle in Tunisia, e perché la situazione sarebbe potuta degenerare prima ancora che iniziassero.

9.46 – Un altro ragazzo è morto pochi minuti fa nel pronto soccorso improvvisato in piazza Tahrir. Era stato colpito da una pallottola al collo. La foto è molto cruenta.

9.33 – La polizia ora sta usando anche armi da fuoco contro i manifestanti.

9.30 – Numero ufficiale di feriti: 1700. Numero ufficiale di morti: 18.

9.28 – Gli ospedali fanno fatica a sostenere il flusso di feriti in arrivo.

9.00 – La polizia sta di nuovo sparando gas lacrimogeni contro i manifestanti che dai tetti lanciano sassi e molotov.

***

Gli scontri al Cairo sono già ripresi questa mattina dopo alcune ore di cessate il fuoco nella notte. Ieri almeno 11 persone sono morte (c’è chi parla di cifre più alte, fino a 18 morti) e oltre 1300 sono rimaste ferite. I manifestanti, che da venerdì erano tornati in massa a protestare contro il governo dei militari, hanno ripreso il controllo di piazza Tahrir e si stanno ricompattando per prolungare l’occupazione come nelle settimane della rivolta contro Mubarak dello scorso gennaio. La polizia è tuttora schierata e armata, e la situazione è ancora molto instabile. Le testimonianze dirette e i video hanno mostrato ieri i militari che prendevano a bastonate civili indifesi e cecchini che sparavano dai tetti degli edifici.

I manifestanti sono per la maggior parte giovani che hanno partecipato alla rivoluzione di gennaio e islamisti legati ai Fratelli Musulmani. Ma a questi si sono uniti molti appartenenti al gruppo religioso dei salafiti e perfino ultras delle due squadre di calcio del Cairo, Al Ahly e Al Zamalek. Tutti chiedono le dimissioni del capo del Consiglio Supremo Militare, l’ex ministro della Difesa di Mubarak, Hussein Tantawi, e una precisa tabella di marcia sul passaggio di potere a un esecutivo civile.

La prima tornata delle elezioni parlamentari è prevista per il prossimo 28 novembre, ma se gli scontri continueranno potrebbero essere rinviate. La nuova protesta è stata scatenata dalla bozza di riforma costituzionale presentata dal governo, che nega la possibilità di controllare il bilancio dell’esercito e soprattutto le sue azioni militari, prevedendo addirittura punizioni per chiunque ne criticasse il suo operato. Un divieto che negli ultimi mesi ha causato migliaia di arresti tra blogger e oppositori del regime militare.

Sabato il governo egiziano ha pubblicato una nuova versione del testo, in cui assegnava al Consiglio di Sicurezza Nazionale guidato dal presidente il compito di controllare l’operato dell’esercito, ma i manifestanti hanno continuato a protestare e la repressione dell’esercito si è via via intensificata.