Un secolo di Mahalia Jackson

Cantò prima del famoso discorso di Martin Luther King a Washington e il suo singolo gospel fu il più venduto al mondo: era nata il 26 ottobre 1911

Mahalia Jackson avrebbe compiuto oggi cent’anni. Definita “la regina del gospel”, fu la cantante che vendette 8 milioni di copie con il singolo Move on up a little higher, portando il gospel fuori dalle chiese degli afroamericani: nessun disco del genere aveva venduto tanto. E fu colei che, protagonista della marcia di Washington per i diritti civili nel 1963, cantò prima del famoso discorso di Martin Luther King.

Mahalia Jackson nacque il 26 ottobre del 1911 in un sobborgo di New Orleans. Rimasta orfana a 5 anni, lasciò la scuola molto presto e, come molti afro-americani del Sud, si trasferì negli anni Venti a Chicago per trovare fortuna e un clima più accogliente. Qui iniziò a lavorare come domestica, infermiera e lavandaia, per poi trovare un posto fisso in un centro estetico. Il suo talento vocale le procurò i primi ingaggi: per dieci centesimi veniva chiamata nelle chiese di tutta la città per cantare ai funerali.

Venne ben presto scritturata nelle tournée di gruppi gospel che visitavano le molte chiese battiste dell’Illinois e dopo cinque anni di tour con il compositore Tommy Dorsey ottenne nel 1937 un primo contratto con la Decca Records: perdendolo, però, perché si rifiutò di incidere un disco blues. Mahalia Jackson si dedicò al gospel per tutta la vita e lo modernizzò con lo stile di canto melismatico, un tipo di ornamentazione che consiste nel non far corrispondere ogni sillaba ad una nota, ma nel trascinare la vocale su intonazioni differenti passando da una nota all’altra. Non volle mai né registrare né cantare musica profana.

Con l’etichetta Apollo, nel 1947, Jackson incise Move on up a little higher e vendette 8 milioni di copie. Da quel momento Mahalia Jackson divenne non solo una cantante famosa in tutto il mondo ma anche un esempio di riscatto sociale. Nel 1954 firmò con la Columbia Records e registrò Bless This House, il primo dei suoi 30 album per la casa discografica: incise Down by the Riverside, due composizioni del suo vecchio amico Tommy Dorsey e la sua versione di Summertime di Gershwin.

Negli anni Cinquanta la voce della Jackson era ovunque: in radio, in televisione e nei concerti di tutto il mondo. È rimasta celebre, tra le altre, la sua esibizione del 1957 al Festival Jazz di Newport, dove cantò davanti a un pubblico immobile sotto la pioggia. Nel 1954 fu una presenza fissa nelle trasmissioni notturne domenicali della CBS e nel 1960 si esibì con il presidente Dwight Eisenhower. Negli ultimi anni della sua vita si dedicò alle battaglie civili per la conquista dei diritti dei neri. Nel 1963 partecipò a fianco di Martin Luther King alla marcia di Washington durante la quale intonò la celebre We shall overcome.

Mahalia Jackson morì a Chicago nel 1972 per insufficienza cardiaca. Decine di migliaia di 
persone si riunirono per i suoi funerali. Coretta King la pianse come: «un’amica: orgogliosa, nera e bella» e Aretha Franklin cantò in suo onore Take My Hand, Precious Lord. Mahalia Jackson venne sepolta al Providence Memorial Park di Metairie, in Louisiana.