• Mondo
  • Domenica 23 ottobre 2011

Bangkok allagata, la Thailandia sommersa

La Thailandia è ancora alle prese con le peggiori alluvioni da cinquant'anni: un terzo del paese è sott'acqua e si rischia una crisi alimentare

PATHUM THANI, THAILAND – OCTOBER 22: Thai residents make their way through the flooded streets October 22, 2011 in Pathum Thani on the outskirts of Bangkok, Thailand. Hundreds of factories closed in the central Thai province of Ayutthaya and Nonthaburi as the waters come closer to threaten Bangkok as well. Around 320 people have died in flood-related incidents since late July according to the Department of Disaster Prevention and Mitigation. Thailand is experiencing the worst flooding in 50 years with damages running as high as $6 billion which could increase of the floods swamp Bangkok. (Photo by Daniel Berehulak /Getty Images)

PATHUM THANI, THAILAND – OCTOBER 22: Thai residents make their way through the flooded streets October 22, 2011 in Pathum Thani on the outskirts of Bangkok, Thailand. Hundreds of factories closed in the central Thai province of Ayutthaya and Nonthaburi as the waters come closer to threaten Bangkok as well. Around 320 people have died in flood-related incidents since late July according to the Department of Disaster Prevention and Mitigation. Thailand is experiencing the worst flooding in 50 years with damages running as high as $6 billion which could increase of the floods swamp Bangkok. (Photo by Daniel Berehulak /Getty Images)

Continua in Thailandia l’emergenza per le alluvioni che hanno colpito il Paese, le peggiori degli ultimi cinquant’anni, che dallo scorso 25 luglio hanno già causato la morte di 356 persone. Nonostante le rassicurazioni delle autorità thailandesi, negli ultimi giorni l’allarme è salito anche nella capitale Bangkok, dove in alcune zone il livello dell’acqua ha raggiunto i tre metri di altezza. Gli argini costruiti in fretta e furia dai soccorritori, infatti, potrebbero non bastare a contenere la piena, soprattutto nella zona nord della capitale dove il canale Prapa è già strabordato. Gli abitanti del quartiere Don Muang sono stati già fatti evacuare e lo stesso stanno facendo in queste ore le 1.200 persone che occupano le baracche lungo le sponde del fiume Chao Phraya. In un messaggio radio trasmesso ieri, il premier Yingluck Shinawatra ha annunciato che ci vorranno tra le “quattro e le sei settimane” affinché il paese possa ritornare alla normalità e ha chiesto poteri speciali alle autorità locali per poter gestire la crisi.

Sempre a Bangkok, i soccorritori stanno tentando di tenere l’acqua lontana anche dalle zone industriali di Lat Krabang e Bangchan (rispettivamente a nord e a est della capitale), dove si concentrano circa 350 fabbriche, soprattutto automobilistiche (Honda) e tecnologiche. Da luglio, le alluvioni hanno interessato quasi due milioni e mezzo di persone e fatto evacuare circa 113.000, mettendo l’economia thailandese in ginocchio. Secondo il ministero del Lavoro, sono già 650.000 gli operai che da mesi non ricevono uno stipendio. La Banca centrale thailandese, invece, ha rivisto al ribasso le stime di crescita, dal 4,1 al 3 per cento, ma secondo il ministero delle Finanze sarebbe già un grande risultato se si superassero i due punti percentuali.

Tra le conseguenze delle alluvioni, probabilmente la Thailandia dovrà affrontare anche una crisi alimentare, visto che circa un terzo del territorio è finito sott’acqua negli ultimi mesi. Alcuni commercianti thailandesi hanno fatto sapere che il raccolto perduto di riso ammonterebbe già a due milioni di tonnellate. Le Nazioni Unite hanno esteso l’allarme a tutto il sudest asiatico, dal momento che oltre alla Thailandia, anche le coltivazioni di Filippine, Cambogia e Laos hanno riportato danni ingenti. La Thailandia ha comunque fatto sapere che la sua vasta produzione di gomma e zucchero è rimasta pressoché immune dai danni delle alluvioni.