Lo spazio visto dal Cile

Il nuovo complesso di radiotelescopi ALMA vede oltre le nubi di polveri e gas cosmici

La sigla ALMA, nome di un osservatorio sulle Ande cilene, sta per Atacama Large Millimeter/Sub-millimeter Array. Situato in un luogo decisamente inospitale, a cinquemila metri di altitudine, e governato da una piattaforma che si trova duemila metri più in basso, l’osservatorio più caro e sofisticato del mondo consentirà agli astronomi di esplorare la porzione di universo fino a ora preclusa agli altri telescopi.

Grazie alle sue strumentazioni, il complesso di radiotelescopi è già in grado di vedere oltre le nubi di polveri e detriti cosmici dove sono nati pianeti, stelle e galassie. Quando sarà completamente funzionante, nel 2013, sarà potenzialmente in grado di scoprire una galassia non ancora osservata ogni tre minuti. Tra i primi progetti avviati presso l’ALMA c’è lo studio del buco nero supermassivo Sagittarius A*, che si trova nella zona centrale della Via Lattea, a circa 26mila anni luce dalla Terra. Il buco nero è difficilmente osservabile perché oscurato da una densa nube di gas e polveri, ma i nuovi apparati di ALMA riescono a vedere oltre questo ostacolo e possono quindi rendere visibile Sagittarius A*.

Le nubi di polveri e gas hanno il difetto di oscurare la vista, ma sono al tempo stesso una risorsa preziosa per i radiotelescopi. L’attività delle stelle che si trovano nelle loro vicinanze le fanno riscaldare di pochi gradi sopra lo zero assoluto (-273 °C). La polvere in questo stato emette radiazioni con lunghezze d’onda al di sotto del millimetro. Spiega il Guardian:

Le onde di luce submillimetriche sono simili alle radiazioni usate nei forni a microonde e mille volte più corte della luce che vediamo a occhio nudo. Individuarle significa che gli astronomi saranno in grado di rappresentare l’universo in modo più completo. «Se combinate l’immagine ottica (catturata dai moderni telescopi astronomici, ndr) con le immagini catturate dall’ALMA, riuscite a vedere l’intera attività di formazione delle stelle, senza più perdervi metà del processo» spiega John Richer, scienziato coinvolto nel progetto.

L’inospitale luogo in cui è stato realizzato il complesso di radiotelescopi è stato scelto per il cielo particolarmente limpido e per la quasi totale assenza d’acqua: l’acqua assorbe le onde submillimetriche che sono la chiave del funzionamento di ALMA e ad Atacama, l’area desertica delle Ande cilene dove si trova l’osservatorio, non piove da centinaia di anni, qualificandolo come il deserto più asciutto del pianeta. Il progetto è stato realizzato grazie a una collaborazione tra America, Europa e Asia, coinvolgendo venti nazioni, ed è già stato pubblicato online un pdf con la descrizione dei 112 progetti prioritari per il nuovo osservatorio.

foto: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO). Visible light image: ESO/Alberto Milani.