Il portavoce del ministro Gelmini si è dimesso

Massimo Zennaro era l'estensore del noto comunicato sul tunnel dei neutrini: rimane dirigente del ministero

Massimo Zennaro, portavoce del ministro Mariastella Gelmini e direttore generale alla comunicazione del ministero dell’Università e della Ricerca, ha dato le dimissioni dall’incarico di portavoce (non da quello di dirigente, in ragione del quale percepisce 156.161,75 euro lordi l’anno).

Zennaro era stato da molti indicato come l’autore dell’ormai popolarissimo comunicato nel quale il ministro Gelmini si congratulava per “il superamento della velocità della luce” ottenuto grazie a un immaginario e ormai leggendario “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso”, “costruito” grazie a 45 milioni di euro investiti dal governo italiano. Il ministro Gelmini aveva difeso quel comunicato, definendo la polemica “ridicola” e “destituita di ogni fondamento”. Le dimissioni di Zennaro da portavoce, descritte come “irrevocabili”, sono attribuite dall’ANSA proprio al comunicato sul tunnel e i neutrini. Nei giorni successivi alla sua diffusione diverse testate avevano indicato Zennaro come il suo probabile estensore. La descrizione più esaustiva di Zennaro era stata pubblicata su ItaliaOggi.

Una figuraccia da annali della seconda repubblica, quella inanellata da Mariastella Gelmini sui neutrini fra il Cern di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso. Un troppo solerte addetto stampa, non appena la notizia della scoperta (ancora da verificare del tutto) era stata battuta dalle agenzie, le ha sottoposto un comunicato in cui le si faceva ricordare come il contributo del ministero per la realizzazione dell’esperimento ammontasse a oltre 40 milioni di euro.

Col piccolo dettaglio che le microparticelle più veloci venivano fatte transitare in un ipotetico tunnel fra i due laboratori distantti oltre 730 chilometri. Gaffe che ha prodotto, fra sabato e domenica, un’ondata di scherno e di ilarità all’indirizzo della ministra, sbeffeggiata anche in rete. Nessuno si è però domandato chi le abbia confezionato un simile scivolone, ché anche il più acerrimo nemico politico è disposto ad ammettere che i comunicati la ministra non se li fa da sé.

La responsabilità della gaffe spaziale dovrebbe allora essere del suo fido portavoce, Massimo Zennaro, padovano, classe 1973, che ne governa la comunicazione con piglio deciso. La Gelmini ne aveva apprezzato le doti professionali quando si ritrovò a coordinare Forza Italia in Lombardia. Molti pensavano che, approdando a un ministero addirittura doppio, l’avvocatessa di Leno (Bs) si sarebbe dotata di un addetto stampa d’esperienza, come già fece Letizia Moratti portandosi a Roma il giornalista Paolo Pesenti.Quando, nel settembre 2008, nominò Zennaro come direttore generale alla comunicazione, con 156mila euro lordi di stipendio, furono in molti a storcere la bocca: laurea in Scienze politiche, il portavoce poteva vantare solo un’esperienza come responsabile della comunicazione alle Politiche sociali del Comune di Milano, inquadrato con l’VIII livello amministrativo, e poi come direttore vicario della presidenza del consiglio comunale. Ma tant’è la ministra lo volle a Roma e lui debuttò sulla piazza ministeriale in gran scioltezza. Riconoscibilissimo, perché la tallonava dappresso come un disturbatore-tv alla Gabriele Paolini e per il suo aspetto inconfondibile: capello biondo e un po’ lungo sul collo, spesso ravviato all’indietro, abito scuro preferibilmente gessato. Con esordi difficili.

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Il buio in fondo al tunnel