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  • Giovedì 22 settembre 2011

La diga che fa piangere il governo birmano

Letteralmente: un ministro è scoppiato in lacrime rispondendo a una domanda sul contestato progetto

La costruzione della diga di Myitsone sta mettendo a dura prova la solidità del governo della Birmania, di solito abituato a mostrarsi rigido e inflessibile su tutte le sue decisioni. La diga di Myitsone sarebbe infatti la prima ad attraversare il fiume Irrawaddy, vera e propria icona della civiltà birmana. Il fiume ha un valore simbolico così alto per gli abitanti del paese che il mese scorso un ministro del governo è scoppiato a piangere durante una conferenza stampa quando gli è stata rivolta una domanda sulla diga. Ne parla il New York Times.

La diga di Myitsone è stata finanziata e sarà costruita da un’azienda cinese e questo naturalmente ha sollevato ulteriori polemiche sull’opportunità di lasciare che la Cina eserciti un’influenza così profonda sulle scelte della Birmania. Il luogo in cui hanno iniziato a costruirla si trova a pochi chilometri da quello che è considerato il punto in cui nasce il fiume Irrawaddy, un luogo che ha un valore mistico molto profondo per le popolazioni che abitano i territori circostanti. Anche il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che è sempre stata molto cauta nei confronti del governo da quando è stata liberata l’anno scorso, ha scritto una lettera aperta chiedendo che il progetto venga fermato.

I motivi di chi si oppone alla diga sono diversi. Alcuni se la sono presa perché una decisione così importante è stata presa senza consultare la popolazione. Altri non sopportano che sia la Cina a guidare e beneficiare maggiormente del progetto: secondo gli accordi infatti la Cina dovrebbe importare il 90 percento dell’energia elettrica generata dalla diga. «La Cina ha già colonizzato la Birmania con l’aiuto del regime, ora vuole prendersi anche il fiume Irrawaddy», ha detto un attivista birmano in esilio negli Stati Uniti. Ma più importante di tutti sembra essere la preoccupazione dei danni irreparabili che il progetto potrà arrecare a un luogo considerato sacro.

Il fiume Irrawaddy scende dalle pendici dell’Himalaya e come il fiume Mekong in Laos o il Mississippi negli Stati Uniti ha da sempre un grande significato simbolico. «È il segno geografico più significativo del nostro paese», ha scritto San Suu Kyi nella sua lettera. «È una grande autostrada naturale, una prolifica fonte di cibo, la casa di molteplici specie animali e vegetali, la musa che ha ispirato generazioni di poeti». Il governo finora ha assicurato che il progetto non si fermerà, ma nelle ultime settimane le divisioni al suo interno sembrano essere aumentate.

China Power Investment ha firmato un accordo con il governo birmano per la costruzione di sette dighe, tra cui quella di Myitsone. Nel 2009 l’azienda decise di chiedere un parere sull’impatto ambientale che il progetto avrebbe avuto a una commissione di scienziati di entrambi i paesi. Il rapporto concludeva: «Se la Birmania e la Cina sono davvero preoccupate per il futuro dell’ambiente e interessate a uno sviluppo sostenibile del paese, allora non c’è nessun bisogno di costruire una diga così grande.