Yahoo ha licenziato il suo CEO

E secondo il Wall Street Journal la società sarebbe pronta a vendersi al migliore offerente

Ieri il CEO di Yahoo, Carol Bartz, ha ricevuto una telefonata dal presidente del consiglio di amministrazione della società che la avvisava di essere appena stata rimossa dal suo incarico. Alla guida di Yahoo dal 13 gennaio del 2009, Bartz non si aspettava una simile comunicazione, anche se circolavano da tempo voci su una sua possibile sostituzione tesa a tranquillizzare i consiglieri di amministrazione e gli azionisti, scontenti per gli scarsi risultati ottenuti dall’azienda.

Nell’ultimo periodo le prestazioni realizzate dalla società erano inferiori alle sue potenzialità e i risultati di alcune analisi pubblicati in un rapporto interno hanno infine indotto i consiglieri a prendere l’iniziativa, sostituendo il loro CEO. In attesa del giusto sostituto, i compiti da amministratore delegato saranno temporaneamente assolti da Tim Morse, l’attuale Direttore finanziario (CFO) di Yahoo.

Un consigliere di amministrazione ha anche confidato al Wall Street Journal che la società sarebbe disposta a essere acquisita da un buon offerente, ma al momento non sono arrivati altri dettagli in merito. Il primo obiettivo rimane quello di capire quale strategia seguire per il rilancio della società e solo in un secondo momento si valuteranno le possibilità legate a una vendita. Il consiglio di amministrazione sceglierà nei prossimi giorni una squadra di consulenti per elaborare una nuova strategia e valutare se possa essere utile acquisire qualche nuova azienda. Yahoo è impegnata in una trattativa per acquistare Hulu, il servizio per lo streaming di film e programmi televisivi online, e lo sforzo per ottenerne il controllo dovrebbe continuare nonostante i recenti cambiamenti.

Carol Bartz è stata allontanata dalla società con un anno di anticipo rispetto alla fine del proprio contratto. L’ex CEO della società ha comunicato ai dipendenti di essere stata licenziata al telefono attraverso una breve email inviata dal suo iPad, augurando a tutti un felice futuro.

La scelta di cambiare CEO con queste modalità e di ripensare ancora una volta la strategia conferma quanto Yahoo sia in difficoltà nel trovare la giusta strada per sopravvivere alla concorrenza. Da motore di ricerca più popolare online all’epoca del boom economico legato a Internet negli ultimi anni Novanta, la società ha progressivamente perso terreno facendosi superare da Google e in tempi più recenti da Facebook per quanto riguarda i servizi legati ai social network. Yahoo ha visto anche diminuire la propria presenza nel mercato della pubblicità online, portando a una progressiva riduzione del proprio peso nel Web.

Nel febbraio del 2008 Microsoft si era offerta di comprare l’intera società per 44,6 miliardi di dollari, ma Yahoo aveva rifiutato sostenendo che la cifra non era adeguata all’effettivo valore dell’azienda. La vicenda dell’acquisizione andò avanti per quasi un anno portando a fortissimi contrasti all’interno del consiglio di amministrazione e a una notevole riduzione del valore delle azioni Yahoo in Borsa. Alla fine Microsoft si tirò indietro e, dopo pesanti critiche, il CEO di Yahoo Jerry Yang decise di abbandonare il proprio incarico, cedendo la poltrona a Carol Bartz.

Si stima che nei due anni e mezzo di gestione Bartz, il tempo mediamente trascorso dagli utenti americani su Yahoo al mese sia diminuito di almeno un terzo. Le cose non sono andate meglio per il titolo in Borsa, specialmente se confrontate con l’andamento di altri pacchetti azionari dell’indice tecnologico Nasdaq che sono progressivamente cresciuti negli ultimi due anni, crisi economica permettendo. Il patto raggiunto con Microsoft per la pubblicità online non ha nemmeno dato i risultati sperati, tanto da risvegliare il vecchio motivo della messa in vendita della società.