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  • Martedì 30 agosto 2011

La Mongolia è brutta?

Fotografie dal paese con la densità di popolazione più bassa del pianeta e una capitale definita "il posto più brutto del mondo"

ULAAN BAATAR, MONGOLIA - MARCH 12: Mongolians carry jugs of water back to their home forced to walk in the cold to a water pipe where all the residents in the Ger district get their water on March 12, 2010 in Ulaan Baatar, Mongolia. Many Mongolians have immigrated to the capital city from the far away provinces seeking employment, living in rented traditional circular felt yurts with no running water or electricity. In the winter this means extreme hardship, with temperatures dropping below -25C mid- Winter. As Mongolia experiences extreme cold and snow struggling during the worst winter in 30 years. Presently the government has declared an emergency requiring foreign aid to alleviate the impact of the "Zud" ( Mongolian term for a multiple natural disaster) caused by bitter cold and thick snow. Currently 1.5 million goats, 921,000 sheep, 169,000 cows and yaks, 89,000 horses and 1,500 camels had died according to the various UN agency reports. (Photo by Paula Bronstein /Getty Images)
ULAAN BAATAR, MONGOLIA - MARCH 12: Mongolians carry jugs of water back to their home forced to walk in the cold to a water pipe where all the residents in the Ger district get their water on March 12, 2010 in Ulaan Baatar, Mongolia. Many Mongolians have immigrated to the capital city from the far away provinces seeking employment, living in rented traditional circular felt yurts with no running water or electricity. In the winter this means extreme hardship, with temperatures dropping below -25C mid- Winter. As Mongolia experiences extreme cold and snow struggling during the worst winter in 30 years. Presently the government has declared an emergency requiring foreign aid to alleviate the impact of the "Zud" ( Mongolian term for a multiple natural disaster) caused by bitter cold and thick snow. Currently 1.5 million goats, 921,000 sheep, 169,000 cows and yaks, 89,000 horses and 1,500 camels had died according to the various UN agency reports. (Photo by Paula Bronstein /Getty Images)

La recente visita in Mongolia del vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riportato – almeno per qualche ora – l’attenzione su un paese asiatico di cui si sa molto poco e che è sostanzialmente conosciuto soprattutto per essere la terra del leggendario Gengis Khan. La Mongolia è lo stato con la densità di popolazione più bassa del mondo: circa la metà dei suoi 2,7 milioni di abitanti vive nella capitale Ulan Bator, che qualcuno considera “la capitale più brutta e più fredda al mondo“, dove i grattacieli di nuova costruzione convivono con le yurte (le abitazioni tradizionali mongole simili a tende), con gli edifici di stile sovietico degli anni Quaranta e con i palazzi di cemento armato degli anni successivi. La Mongolia è interamente circondata dalla Cina e dalla Russia ed è una repubblica parlamentare. Circa il 30 per cento dei suoi abitanti è nomade o seminomade e vive spostandosi nelle vaste steppe del paese, allevando capre, pecore e cavalli.

La Mongolia è molto povera ma negli ultimi anni, come scrive Ron Gluckman in un articolo pubblicato da Foreign Policy, sta attraversando “un’epica corsa all’oro, paragonabile a quella di San Francisco nel 1849”. Nell’ultimo anno infatti il valore della Borsa è cresciuto del 125 per cento e il Fondo Monetario Internazionale prevede per i prossimi anni un tasso di crescita del PIL a due cifre. Lo sviluppo della Mongolia è principalmente un riflesso dello sviluppo cinese e si deve alla presenza di alcuni dei più vasti giacimenti di carbone al mondo e alla notevole quantità di rame. Il carbone è fondamentale per le acciaierie e le centrali elettriche cinesi, mentre il rame viene utilizzato per realizzare i cavi elettrici delle città cinesi e per la produzione di batterie, legata al mercato in pieno sviluppo delle macchine elettriche.

La capitale della Mongolia, Ulan Bator, ha anche diverse caratteristiche in comune con le città cinesi e le loro trasformazioni: i prezzi degli immobili alle stelle, gli enormi afflussi di capitali, i rischi crescenti di corruzione, l’aumento della disparità della ricchezza e un’enorme quantità di automobili bloccate nelle strade. Il contrasto tra la ricchezza del centro e le periferie appena fuori città è impressionante, come in tutte le metropoli in pieno sviluppo: man mano che ci si allontana da Ulan Bator ci si imbatte in campi nomadi dove migliaia di persone vivono in povertà.