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  • Sabato 20 agosto 2011

L’Iran condanna due escursionisti americani

Erano stati arrestati due anni fa dopo avere sconfinato dal Kurdistan, sono stati ritenuti colpevoli di spionaggio

(AFP/Getty Images)
(AFP/Getty Images)

Due escursionisti americani, Shane Bauer e Josh Fattal, arrestati due anni fa in Iran e da quel momento detenuti, sono stati condannati oggi per spionaggio e dovranno scontare ciascuno otto anni di carcere. Lo ha reso noto la tv di Stato iraniana. “Tre anni per l’ingresso illegale sul territorio iraniano e cinque anni per la loro collaborazione con i servizi segreti americani”, ha detto il sito internet IRINN citando una fonte giudiziaria. I due adesso hanno venti giorni per sporgere appello ma il loro avvocato, Masoud Shafii, ha detto alla BBC di non avere avuto notizia della condanna.

Shane Bauer e Josh Fattal erano stati arrestati insieme a una donna, Sarah Shourd, durante un’escursione sulle montagne del Kurdistan iracheno. I tre avrebbero attraversato il confine con l’Iran e per questo sono stati accusati di spionaggio. Hanno sempre sostenuto che lo sconfinamento fosse avvenuto per errore, ma diverse ipotesi si sono succedute sull’eventualità che l’arresto fosse avvenuto invece in Iraq, o che la loro guida li avesse ingannati. Nessuna di queste finora è mai stata confermata. Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, nei mesi scorsi aveva offerto a Washington di liberare i tre escursionisti in cambio della liberazione di alcuni iraniani detenuti negli Stati Uniti. L’amministrazione Obama ha rifiutato lo scambio e continuato a chiedere la liberazione di quelli che considera ostaggi del governo iraniano. Secondo molti osservatori internazionali, il caso dimostra quanto sia forte il controllo sulla giustizia esercitato dal clero iraniano, che ha sempre respinto i tentativi di lieve apertura del presidente Ahmadinejad. Sarah Shourd era stata liberata su cauzione a settembre del 2010 -mezzo milione di dollari – ed è tornata negli Stati Uniti. Le autorità iraniane considerano il suo caso ancora aperto ma lei ha detto di non avere intenzione di tornare in Iran per farsi processare.

foto: AFP/Getty Images