Un’altra pessima giornata per le Borse

Milano perde oltre il 6 per cento, i titoli FIAT perdono tra l'8 e il 10, Wall Street ha aperto piuttosto male

Dopo una serie di sedute di relativa calma, sui listini ritornano a imperversare pesanti turbolenze. Dopo una mattinata di ribassi contenuti le piazze continentali scivolano in rosso calo a metà seduta, per aggravare le perdite in coincidenza con l’apertura degli scambi a New York. Le peggiori sono Francoforte, con il DAX 30 che cede il 6,18% e Piazza Affari con gli indici FTSE MIB e FTSE IT All Share che cedono rispettivamente il 6,02 e il 5,79 per cento. In profondo rosso anche il CAC 40 di Parigi (-5,44%), il Ftse 100 di Londra (-3,84%) e l’IBEX 35 di Madrid (-5,95%). Aggrava le perdite anche Wall Street con il Dow Jones che cede il 4,32%, il Nasdaq il 4,77% e l’S&P500 che segna -4,72 per cento.

Banche sotto tiro
Il settore del credito è tra i più tartassati. I colossi Citigroup e Bank of America registrano pesanti perdite a Wall Street (tra il 7 e il 9%). Tonfo anche per la grande banca francese Société Générale (-8%) a Parigi. La scorsa settimana le voci di un declassamento di Parigi avevano fatto crollare l’indice CAC 40. In particolare erano state prese di mira le banche per effetto di voci incontrollate che davano proprio la Soc Gen sull’orlo del crack. Rumors infondati secondo la società che ha chiesto all’autorità dei mercati di aprire un’inchiesta.

Più che sullo stato di salute di una società in particolare però, le vendite odierne sembrano legate a timori generalizzati sulla capacità delle banche europee a rifinanziarsi in dollari. Ne parla il Wall Street Journal che, nell’articolo di prima pagina dell’edizione odierna, scrive che la Federal Reserve di New York sta monitorando le operazioni delle banche europee negli Stati Uniti. Secondo il quotidiano finanziario, le rinnovate tensioni del mercato interbancario (innescate dalla crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona) e la fine del programma Fed di quantitative easing (acquisto di titoli di stato), hanno messo in difficoltà le banche europee che ora faticano rifinanziare le proprie corpose operazioni in dollari. Proprio ieri peraltro la Bce ha concesso un corposo presito da 500 milioni di dollari a una banca europea. Chi ha bisogno di un prestito tanto corposo ad un tasso più alto rispetto al circuito interbancario?

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