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  • Mercoledì 17 agosto 2011

Anna Hazare può uscire dal carcere

Le autorità indiane l'hanno liberato in seguito alle manifestazioni di migliaia di persone, ma l'attivista contro la corruzione vuole garanzie prima di lasciare la prigione

Supporters of Indian anti-corruption activist Anna Hazare gather around lighted candles outside the Tihar prison in New Delhi, India, Tuesday, Aug. 16, 2011.Hazare, arrested Tuesday for planning a public hunger strike, began his fast behind bars as his supporters held protests nationwide, with thousands detained by police, before officials ordered his release. Hazare's aide Manish Sisodia, arrested and released along with Hazare, said Hazare was refusing to leave unless police allowed him to continue his hunger strike indefinitely in a New Delhi park. (AP Photo/Manish Swarup)
Supporters of Indian anti-corruption activist Anna Hazare gather around lighted candles outside the Tihar prison in New Delhi, India, Tuesday, Aug. 16, 2011.Hazare, arrested Tuesday for planning a public hunger strike, began his fast behind bars as his supporters held protests nationwide, with thousands detained by police, before officials ordered his release. Hazare's aide Manish Sisodia, arrested and released along with Hazare, said Hazare was refusing to leave unless police allowed him to continue his hunger strike indefinitely in a New Delhi park. (AP Photo/Manish Swarup)

Aggiornamento delle 17:30

Anna Hazare si è nuovamente rifiutato di lasciare il carcere di Tihar nonostante il tentativo del governo di fare delle concessioni ad alcune delle sue richieste, tra cui la sede e la durata dello sciopero della protesta che Hazare ha intenzione di condurre per chiedere un rafforzamento della legge contro la corruzione. Times of India riporta che quasi sicuramente il governo non ha più intenzione di porre un limite al numero di partecipanti alla protesta e che gran parte dello staff di Hazare era d’accordo con la proposta delle autorità di limitare la durata del digiuno a una settimana.

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Aggiornamento delle 12: 15

Il premier indiano Manmohan Singh ha difeso l’arresto di Anna Hazare con un intervento durante una seduta in Parlamento. Singh ha accusato Hazare di comportarsi in modo antidemocratico e di voler sfidare l’autorità del parlamento con la sua decisione di digiunare fino a quando la legge contro la corruzione non verrà resa più drastica. «La strada che sta percorrendo è completamente sbagliata e carica di gravi conseguenze per la nostra democrazia – ha spiegato Singh – Quelli che credono che la loro voce e che la loro voce soltanto rappresenti la volontà di 1,2 miliardi di persone dovrebbero riflettere con attenzione sulla loro posizione. Devono permettere ai rappresentanti dei cittadini eletti in Parlamento di fare il lavoro per cui sono stati eletti». Durante il discorso il premier è stato interrotto più volte dalle grida di protesta dell’opposizione.

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Martedì sera le autorità indiane hanno deciso di rilasciare Anna Hazare, il leader del movimento contro la corruzione nel paese, che era stato precedentemente arrestato per impedirgli di iniziare uno sciopero della fame a tempo indeterminato per chiedere l’approvazione di una legge più drastica contro la corruzione. Le autorità avevano comunicato che Hazare sarebbe rimasto in carcere per una settimana, ma hanno deciso di liberarlo dopo che migliaia di persone hanno protestato contro il suo arresto a New Dehli e nelle altre principali città del paese.

Hazare si è però rifiutato di lasciare il carcere fino a quando non avrà ottenuto il permesso di proseguire lo sciopero della fame in un parco pubblico e ha passato la notte nella sezione amministrativa della prigione di Tihar, a New Dehli. Centinaia di persone si sono riunite fuori dalla prigione in segno di solidarietà; molte di loro portavano bandiere indiane e cantavano slogan contro la corruzione. Questa mattina centinaia di sostenitori di Hazare si sono nuovamente riuniti davanti al carcere per continuare la protesta.

La decisione di Hazare di non abbandonare il carcere mette seriamente in difficoltà il governo che è visibilmente in difficoltà nel gestire la situazione. Lunedì le autorità avevano permesso ad Hazare di iniziare lo sciopero della fame – annunciato agli inizi di agosto – a patto che rispettasse alcune condizioni, tra cui la promessa che il digiuno durasse non più di tre giorni e che all’evento pubblico, che si sarebbe svolto in un parco a New Dehli, non partecipassero più di 5mila persone. Hazare però aveva rifiutato di rispettare queste condizioni ed era stato arrestato con l’accusa di turbare la quiete pubblica.

Hazare ha 73 anni e negli ultimi tempi è diventato il simbolo della lotta contro la corruzione nel paese. Lo scorso aprile aveva iniziato uno sciopero della fame per chiedere la creazione di un comitato congiunto dei rappresentanti del governo e della società civile con il compito di stilare la bozza di una legge per combattere efficacemente la corruzione nel paese. In poco tempo le sue richieste vennero appoggiate da migliaia di persone, di cui almeno 150 si unirono allo sciopero della fame. Molti leader spirituali, attivisti politici per i diritti umani e singoli cittadini – tra cui moltissimi giovani – hanno mostrato il loro sostegno ad Hazare con dichiarazioni pubbliche, attraverso i social network e una petizione online. La protesta, iniziata a Delhi, è diffusa in pochi giorni nelle altre città principali del paese tra cui Bangalore e Mumbai.

Dopo quattro giorni il governo ha accettato le richieste dei manifestanti e ha costituito un comitato composto da membri del governo e attivisti, tra cui lo stesso Hazare. La legge proposta dal comitato è stata approvata agli inizi di agosto ma Hazare e i suoi sostenitori l’hanno criticata accusando il governo di aver ignorato le richieste degli attivisti che volevano includere il primo ministro, la magistratura e i servizi segreti nella sfera di competenza dei sorveglianti anticorruzione. Hazare ha scritto una lettera al premier Manmohan Singh sottolineando che le persone non hanno fiducia in questo governo, chiedendo che la legge venisse allargata per colpire anche gli impiegati governativi e i servizi segreti e minacciando che se la legge non fosse stata rafforzata entro il 16 agosto avrebbe iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Nel giro di 24 ore migliaia di persone inviarono dei fax al governo per chiedere una legge più dura e migliaia di tassisti, vessati dalle forze dell’ordine, hanno scioperato per mostrare il loro appoggio a Hazare.