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  • Martedì 2 agosto 2011

Putin vorrebbe riunire Russia e Bielorussia

Rispondendo a una domanda ha spiegato che l'unione è "possibile, desiderabile e completamente dipendente dal desiderio del popolo bielorusso"

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha detto che un’unione tra la Bielorussia e la Russia è “possibile, desiderabile e completamente dipendente dal desiderio del popolo bielorusso.” Putin ha espresso questo parere rispondendo alla domanda di un giovane bielorusso, mentre si trovava a un campeggio dei giovani che appoggiano il partito di governo, a nord di Mosca. Il giovane chiedeva se i due paesi si potrebbero unire in “uno stato, come era ai tempi dell’Unione Sovietica”.

Secondo quanto riporta AFP, il portavoce del ministro degli esteri bielorusso Andrei Savinykh ha detto di non avere alcun commento all’affermazione di Putin, limitandosi a notare che il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha affermato in passato che la sovranità della Bielorussia è “santa”.

L’affermazione di Putin non è una trovata estemporanea. Il territorio dell’attuale Bielorussia è stato per molti secoli diviso tra la Russia e il granducato di Lituania, mentre uno stato con i confini attuali fu creato solo dopo la Prima guerra mondiale. Da allora iniziò anche una ripresa della cultura e dell’identità nazionale bielorussa, fondata storicamente sulla discendenza dai Ruteni che abitavano la parte più orientale del granducato di Lituania durante il Medioevo. Il paese si rese indipendente dall’Unione Sovietica dal 1991, ma i legami con la Russia sono sempre rimasti molto stretti: i cittadini dei due paesi, oggi, hanno libertà di movimento e di trovare lavoro attraverso la frontiera. Negli anni Novanta sono stati fatti inoltre diversi passi ufficiali di riavvicinamento. Con un referendum controverso, nel 1996, il presidente Lukashenko ha cambiato la data e l’evento per cui si festeggia l’indipendenza del paese: dall’indipendenza dall’URSS, il cui anniversario cadeva il 27 luglio, al 3 luglio, giorno in cui, nel 1944, l’Armata Rossa riconquistò Minsk alla Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Alla fine degli anni Novanta vennero firmati da Eltsin, l’allora presidente russo, e dal presidente bielorusso Lukashenko una serie di “trattati di unione” tra i due stati, formando un’entità sovranazionale dai contorni molto indefiniti e praticamente nessun potere concreto (ma con un sito ufficiale).

Alexander Lukashenko è il presidente della Bielorussia dal 1994 e ha incontrato pesanti critiche per la repressione degli oppositori e la mancanza di elezioni realmente democratiche, tanto da essere chiamato “l’ultimo dittatore d’Europa”. Nell’ultimo periodo il suo regime ha cercato di reprimere ogni forma di manifestazione di protesta, e i movimenti di opposizione hanno dovuto inventare forme alternative per cercare di aggirare la censura.

Il dissenso è aumentato anche perché la Bielorussia sta affrontando la peggior crisi economica dalla fine dell’Unione Sovietica ed è stata costretta a una pesante svalutazione della moneta che ha diffuso il panico tra i cittadini. In questa situazione, i paesi occidentali e la Russia stanno aumentando la pressione sul governo: la Russia ha ottenuto di poter fare acquisti importanti nell’economia del paese in cambio di un prestito economico per fronteggiare la crisi, mentre l’Unione Europea minaccia di espandere le sanzioni imposte alla Bielorussia per la mancanza di libertà politiche.

AP Photo/ Dmitry Astakhov, ITAR-TASS, Presidential Press Service, HO