• Mondo
  • Sabato 30 luglio 2011

Le dimissioni dei vertici dell’esercito turco

I quattro comandanti di più alto grado delle forze armate si sono dimessi dopo l'arresto di 22 ufficiali, accusati di avere complottato contro il partito del premier Erdogan

Il capo di stato maggiore delle forze armate turche, generale Işık Koşaner, ha lasciato l’incarico venerdì sera insieme ai comandanti dell’esercito, della marina e dell’aviazione. La decisione, formalmente una richiesta di pensionamento anticipato per i quattro militari, è stata presa per protestare contro l’arresto di numerosi ufficiali dell’esercito accusati di complottare contro il partito di governo. Koşaner, 66 anni, era capo di stato maggiore dall’agosto del 2010. Oggi il presidente della Turchia Abdullah Gul è intervenuto per dire che non c’è nessuna crisi in atto, ma che la decisione dei vertici militari rappresenta comunque una «situazione straordinaria».

Koşaner ha reso pubblico un messaggio di addio in cui dichiara di lasciare il posto poiché non è in grado di difendere i diritti dei militari arrestati. Ventidue alti ufficiali sono stati incarcerati con l’accusa di aver preso parte a un piano segreto denominato “Balyoz” (“mazza”), un complotto per fomentare disordini nel paese e costringere alle dimissioni il partito che governa la Turchia dal 2002, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP). Venerdì, poco prima delle dimissioni del capo di stato maggiore, la 13esima Corte contro i Crimini Gravi di Istanbul ha accolto all’unanimità l’istruttoria dell’accusa contro il generale Taşdeler, un alto ufficiale che è stato anche consigliere militare di Erdoğan tra il 2007 e il 2008 e per il quale l’accusa ha chiesto l’ergastolo.

I vertici delle forze armate hanno sempre negato l’esistenza del complotto, ma gli arresti hanno aumentato le tensioni e le divisioni che sono presenti da tempo al loro interno, culminate nelle dimissioni dei giorni scorsi. Negli ultimi dieci giorni, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan aveva preso parte a negoziati insieme al generale Koşaner e al presidente della repubblica Abdullah Gül per cercare di evitare la crisi. Subito dopo le dimissioni di Koşaner ha nominato a capo dell’esercito il generale Necdet Özel, in precedenza capo della Gendarmeria (la polizia militare turca).

L’esercito turco, numericamente il secondo all’interno della NATO con oltre 400.000 effettivi e tra i primi dieci del mondo, è sempre stato molto influente nella politica turca del XX secolo, mantenendosi autonomo rispetto ai governi e proclamando sempre il proprio ruolo di difesa della laicità dello stato e delle istituzioni. Nel dopoguerra, le forze armate turche sono state le principali responsabili dei colpi di stato del 1960, 1971, 1980 e 1997, costringendo alle dimissioni i governi in carica.

I rapporti con l’AKP del premier Erdoğan non sono mai stati buoni sin dalla vittoria alle elezioni del 2002: l’AKP è un partito di matrice islamista e, negli ultimi anni, ha promosso diverse leggi e riforme istituzionali per limitare il potere dell’esercito.

foto: I vertici dell’esercito turco. Al centro, il generale Kosaner.
AP Photo/Burhan Ozbilici