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  • Mercoledì 27 luglio 2011

La pace in Afghanistan è ancora lontana

Oggi un altro attentato rivendicato dai talebani ha ucciso il sindaco di Kandahar e la transizione militare rischia di complicarsi

Questa mattina in Afghanistan il sindaco di Kandahar è stato ucciso nel municipio della città da un kamikaze che si è fatto esplodere azionando un ordigno nascosto nel suo turbante. L’attentato è soltanto l’ultimo di una serie di violenti attacchi condotti contro le autorità afgane, impegnate nella difficile transizione che entro la fine del 2014 dovrebbe portare tutto il paese sotto il loro controllo.

I talebani hanno già rivendicato l’attentato di oggi, il secondo contro un alto funzionario del governo dopo quello di sole due settimane fa contro il controverso e potente Ahmad Wali Karzai, fratellastro del presidente Hamid Karzai e capo del consiglio provinciale di Kandahar. Il sindaco di Kandahar, Ghulam Haider Hamidi, era stato più volte citato nelle ultime settimane come suo possibile successore. Il portavoce dei talebani, Qari Yousef Ahmadi, ha detto ad Associated Press che Hamidi è stato ucciso per avere ordinato la demolizione di alcune abitazioni nel nord della città, causando la morte di due bambini.

Il recente annuncio del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sul ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan sembra avere innescato una nuova escalation di attentati contro le istituzioni afgane. La settimana scorsa un attentato ha ucciso Jan Mohammed Kahn, ex governatore della provincia meridionale di Uruzgan e consigliere di Karzai, e un membro del parlamento. Durante il funerale del fratello di Karzai, un kamikaze si è fatto esplodere uccidendo cinque persone. E oggi, quasi in contemporanea con l’attentato al sindaco di Kandahar, un’altra esplosione ha ucciso un bambino e ferito altre nove persone, fra cui due soldati dell’esercito.