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  • Mercoledì 27 luglio 2011

Il nuovo ministro della Giustizia

Chi è Nitto Francesco Palma e perché prende il posto di Angelino Alfano

Oggi alle 17 Silvio Berlusconi, è andato al Quirinale per sottoporre al presidente della Repubblica le nomine di Nitto Francesco Palma come ministro della Giustizia e di Anna Maria Bernini come ministro delle Politiche Comunitarie. Napolitano ha accettato le proposte e intorno alle 17.40 l’incontro si è concluso. Nitto Palma prende il posto di Angelino Alfano, di recente nominato segretario del PdL. Il nome di Nitto Francesco Palma non era tra quelli che erano circolati all’inizio e i retroscenisti dicono che la scelta della sua candidatura sarebbe arrivata dopo il rifiuto dell’attuale vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi.

Nitto Francesco Palma, 61 anni, fino a ora sottosegretario agli Interni, è un ex magistrato. Fu sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Roma

alle prese con casi scottanti: l’arresto del mafioso italoamericano Frank Coppola “tre dita”, i Nar, le Brigate Rosse, il processo Moro Ter, l’inchiesta sui fondi sovietici al Pci. Pezzi di storia, come la tragedia di Vermicino, quando, nel 1981, Palma fece arrestare il proprietario del terreno dove si trovava il pozzo artesiano che aveva inghiottito il piccolo Alfredo Rampi.

e fu eletto per la prima volta in Parlamento nel 2001 con Silvio Bersluconi. Nel 2006 è stato eletto al Senato. Ha ricoperto l’incarico di sostituto procuratore nazionale antimafia, ed è stato vicecapo di gabinetto e direttore dell’ufficio Relazioni internazionali del ministero di Grazia e giustizia. È stato anche relatore alla Camera del disegno di legge sull’ordinamento giudiziario. Di lui oggi i giornali ricordano soprattutto la stretta amicizia con Cesare Previti ma anche quella con l’attuale presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara. Scrive Europa:

Due cose, raccontano, fanno infuriare Nitto (da Benedetto) Francesco Palma, già di suo un caratteraccio. Una è quando lo definiscono calabrese, lui che è «romano di origini siciliane» come ama ripetere. La seconda è l’idea che da quando l’ex magistrato di cassazione ora sottosegretario agli interni del Pdl – che è stato anche sostituto procuratore nazionale Antimafia – è passato sotto le insegne di Forza Italia qualcuno alle spalle si diverta a storpiargli nome e cognome con quello infamante di Nitto Santapaola, uno tra i più sanguinari boss della mafia, soprannominato il licantropo.
Ma tant’è. Nitto Palma, tra mille dubbi di Berlusconi potenziale successore di Alfano nel delicato ruolo di ministro della giustizia, ha le spalle larghe. Perché sì, è vero, verissimo che Nitto è stato ed è ancora amico fraterno dell’avvocato Cesare Previti, ex missino e poi legale di fiducia del Cavaliere e ministro della difesa, condannato nel processo sul lodo Mondadori con interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ma è altrettanto vero che da magistrato di lungo corso qual è, Nitto Palma è anche uomo di mondo e che proprio lui – l’amico di Cesarone e vicecapo di gabinetto di Alfredo Biondi nel primo governo Berlusconi del 1994 – é stato il testimone di nozze di Luca Palamara, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati in cima alla lista nera dei nemici del Cavaliere.

La decisione finale sulla sua candidatura sarebbe stata presa soltanto ieri sera dopo una cena a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Niccolò Ghedini e Angelino Alfano, che ha fretta di occuparsi a tempo pieno del suo nuovo incarico politico all’interno del Pdl. Repubblica oggi riporta la descrizione che di lui ha fatto “uno degli uomini più vicini a Berlusconi”.

Innanzitutto non è un ministro. E questo non può che far piacere al Quirinale che nell’ultimo incontro con il presidente del Consiglio aveva chiesto di evitare un giro di valzer che somigliasse troppo a un rimpasto. È un parlamentare. E anche questo aveva chiesto il Colle tracciando un possibile identikit. Ha un buon rapporto con Ghedini. Che lo stima. E col quale potrà discutere serenamente. In questi anni non ha fatto o detto nulla che ha poi generato tensioni e scontri. È un magistrato, ma di quelli con le idee che piacciono a Berlusconi. Si batterà per la separazione delle carriere e del Csm, e sarà importante che a farlo non sia un avvocato o un politico, ma uno che per mestiere porta la toga.

La prima occasione pubblica per il nuovo ministro potrebbe essere già domani, con la partecipazione al convegno sullo stato della Giustizia “In nome della legge e del popolo sovrano” che si terrà nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, al Senato. La proposta del nuovo ministro della Giustizia al Colle è stata accompagnata anche da quella per il ministro delle politiche europee. La Lega sperava che potesse toccare al suo capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, ma la scelta è caduta sulla deputata del Pdl Anna Maria Bernini, 46 anni, che consente a Berlusconi di vantare la sesta donna ministro del suo governo.