Il mito della pipì sulle punture di medusa

Perché serva a qualcosa dev'essere speciale: meglio l'aceto o l'acqua di mare, spiega la Croce Rossa britannica

Probabilmente anche in questo momento là fuori, tra le onde del mare, qualcuno è stato punto da una medusa, è uscito dall’acqua e si e ritrovato l’esperto di turno che gli ha consigliato di fare la pipì sopra la ferita per ridurre il dolore e l’infiammazione. Se il tizio in questione è molto volenteroso, probabilmente si è anche offerto di provvedere egli stesso, a torto. L’urina, infatti, non ha un particolare effetto nel ridurre il dolore da puntura di medusa: è meglio l’aceto, dicono gli esperti, e per chi non lo ha a portata di mano può andare bene anche l’acqua stessa del mare.

In una recente intervista concessa al Telegraph, il capo della Croce Rossa britannica ha provato a sfatare per l’ennesima volta il mito della pipì e delle sue doti taumaturgiche contro le punture di medusa.

Se le persone vengono punte, devono uscire dall’acqua subito per evitare di essere nuovamente punte. Una volta uscite, un po’ di acqua di mare sulla ferita ridurrà il dolore. La stessa cosa può essere fatta anche con l’aceto per ottenere un migliore effetto poiché la forte acidità aiuta a neutralizzare i filamenti urticanti.

In ordine di migliore efficacia nel ridurre il dolore ci sono: l’aceto, l’alcol isopropilico (quello trasparente), acqua di mare e per ultima urina. I componenti acidi presenti in questi composti neutralizzano i filamenti urticanti delle meduse, i nematocisti o gli spirocisti. Questi si trovano negli cnidociti, cellule che si attivano quando vengono sfiorate da un altro organismo e che contengono al loro interno un liquido urticante che nell’uomo crea reazioni infiammatorie acute. In genere chi viene punto sviluppa un eritema, notevole gonfiore e una forte sensazione di dolore e bruciore, accompagnata anche dalla comparsa di vescicole.

Secondo gli esperti, l’urina non è una buona soluzione per ridurre l’effetto urticante perché non si presenta mai nella medesima concentrazione. Se è molto concentrata, può in effetti funzionare, ma in una persona che beve la giusta quantità di acqua al giorno la diluizione è tale da avere lo stesso effetto dell’acqua fresca sulla ferita.

Dopo aver irrorato la parte di pelle punta, occorre procedere alla rimozione dei nematocisti. Per farlo si può ricorrere a un lavaggio energico con acqua salata. L’operazione permette di rimuovere le cellule urticanti, riducendo l’effetto della puntura. Se le cose non migliorano conviene comunque farsi vedere da un medico.