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  • Lunedì 11 luglio 2011

La strage nella base navale di Cipro

98 container contenenti munizioni sono esplosi uccidendo almeno dodici persone, il ministro della Difesa si è dimesso

Almeno dodici persone sono morte in una base militare nella parte meridionale dell’isola di Cipro a causa di una serie di forti esplosioni. L’incidente si è verificato questa mattina nella base navale Evangelos Florakis di Zygi, dove sono depositati 98 container di polvere da sparo. Due di questi si sono incendiati per cause ancora sconosciute, forse a causa di un incendio sviluppatosi rapidamente nella campagna circostante, e l’aumento della temperatura ha portato a una «enorme esplosione», ha spiegato un portavoce delle forze dell’ordine alla stampa, che ha coinvolto tutti i container depositati nella base. La possibilità che si sia trattato di un sabotaggio è stata esclusa.

I morti fino a ora accertati sono due soldati, due marinai della Marina cipriota e cinque pompieri. In seguito all’incidente il ministro della Difesa, Costas Papacostas, e il Capo della Guardia Nazionale, Petros Tsalikides, hanno rassegnato le dimissioni.

Ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco hanno raggiunto l’area per portare i soccorsi, mentre la polizia ha isolato la zona per ragioni di sicurezza. L’onda d’urto dell’esplosione è stata però molto forte e si parla di detriti sparsi lungo una vasta area intorno alla base navale. Le prime notizie parlano anche di alcuni incendi innescati dall’esplosione al di fuori dell’area militare.

Il ministero della Difesa di Cipro non ha ancora dato una stima ufficiale dei morti. Al Jazeera stima almeno undici decessi, ma altre fonti parlano di otto morti. Ci sono poi una trentina di feriti di cui non sono note le condizioni.

L’Autorità che si occupa dell’energia sull’isola ha detto che le esplosioni, verificatesi intorno alle quattro del mattino, hanno anche danneggiato la principale centrale energetica del paese. Il portavoce dell’Authority, Costas Gavrielides, ha detto che è ancora impossibile fare una stima dei danni, ma che si tratta comunque di un «disastro di proporzioni bibliche».

L’onda d’urto ha danneggiato diversi dispositivi della centrale elettrica e i tecnici sono al lavoro per riavviarla in tempi brevi. Per la giornata di oggi l’isola dovrà fare principalmente affidamento su due piccole centrali, sperando che l’eccessiva domanda di corrente non porti a un blackout.