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  • Venerdì 8 luglio 2011

I tunnel sotto Gaza

Il blocco israeliano e la debolezza del nuovo governo egiziano hanno fatto crescere parecchio l'utilizzo dei passaggi sotterranei clandestini

Il blocco del transito di merci e persone da e per la Striscia di Gaza, che Israele ha imposto nel 2006 dopo la cattura del soldato israeliano Gilad Shalit da parte di Hamas in uno scontro di confine, continua ad alimentare il fenomeno del contrabbando di merci attraverso tunnel sotterranei. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, i tunnel sono sempre più utilizzati e sempre più remunerativi per Hamas, il movimento islamista che ha vinto le elezioni di Gaza nel 2006.

Israele ha reso meno dure le condizioni del blocco negli ultimi mesi, ma le armi e una ventina di beni (tra cui alcuni prodotti chimici, benzina, fertilizzante e cemento) non possono ancora entrare nella Striscia. Ma circa trecento tunnel sono continuamente attivi per collegare la cittadina di Rafah, vicino al confine egiziano, con zone del Sinai poco al di là del confine. I tunnel più piccoli sono lunghi circa 250 metri, larghi e alti un metro e mezzo, mentre i maggiori permettono anche il passaggio di automobili. Si stima che circa 200 auto alla settimana entrino a Gaza attraverso i tunnel. Per un curioso effetto delle rivolte nordafricane degli scorsi mesi, molte auto provengono dalla Libia: automobili nuove o quasi, che spiccano nel traffico di Gaza City, che vengono vendute ai pochi palestinesi che se le possono permettere.

I tunnel sono “di proprietà” degli abitanti di Gaza che li fanno costruire: un lavoro massacrante fatto di solito da ragazzi della Striscia che scavano in turni da dodici ore al giorno, con il rischio continuo di crolli, per un salario di circa 8 dollari al giorno. La disoccupazione a Gaza è circa al 45%, sei persone su dieci vivono sotto la soglia della povertà e sette su dieci sono dipendenti dagli aiuti internazionali.

Su ogni trasporto Hamas richiede una “tassa”, che è di circa 30 centesimi di dollaro al litro per la benzina, 90 centesimi per stecca di sigarette e diecimila dollari per ogni automobile nuova. Il governo egiziano di Hosni Mubarak aveva iniziato a chiudere molti tunnel, tanto che circa un anno fa il contrabbando sembrava prossimo a fermarsi. Ma con la caduta di Mubarak, i confini sono sorvegliati meno attentamente e le operazioni di chiusura e distruzione dei tunnel si sono fermate.

Non sono solo le sigarette e le automobili a passare sotto il confine tra Gaza e l’Egitto: alcuni tunnel sono utilizzati soprattutto per il trasporto di armi. Questi non passano direttamente dal Sinai all’interno della Striscia, ma emergono nella stretta zona di territorio di confine controllata da Hamas.

foto: THOMAS COEX/AFP/Getty Images