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  • Venerdì 8 luglio 2011

Che cosa sono i tabloid

E perché quelli britannici sono i più spregiudicati di tutti

La parola “tabloid” fa riferimento alle dimensioni delle pagine in cui sono stampati i quotidiani: anche se queste non sono fisse, si parla di formato tabloid per pagine alte un po’ più di 40 cm e larghe un po’ meno di 30 cm. Si tratta di un formato quasi esclusivo di un certo tipo di stampa: quella che anche oggi si caratterizza, graficamente, per le grandi illustrazioni, i titoli aggressivi e la quantità di testo per pagina minore rispetto agli altri giornali. I temi che tratta, spesso con un linguaggio molto semplice, sono storie di cronaca nera e indiscrezioni sulla vita personale di celebrità televisive, politiche o dello sport.

All’interno di questo stile grafico e giornalistico, esistono comunque grandi differenze tra le diverse testate diffuse in molti paesi del mondo: si va dal defunto Weekly World News statunitense, che si occupava di storie di alieni e mostri marini con un chiaro intento satirico e senza pretese di veridicità, alla Bild tedesca, il tabloid più diffuso d’Europa (più di 3 milioni di copie giornaliere), che dà molto spazio allo sport e alle foto di ragazze discinte ma rimane sempre molto al di qua della soglia della verosimiglianza.

Negli Stati Uniti si parla di “supermarket tabloid”, di solito settimanali e in vendita nei supermercati, da cui il nome. Gran parte dei supermarket tabloid americani sono pubblicati dalla American Media, un’azienda con sede in Florida e che negli ultimi anni è andata incontro a molte difficoltà finanziarie. Alcune testate famose dell’American Media sono il Globe e il National Enquirer.

Il paese dove i tabloid sono più diffusi e popolari è però sicuramente il Regno Unito, dove le caratteristiche di semplicità e aggressività della grafica e della scrittura si uniscono a una tendenza a dichiarare con molta chiarezza il proprio orientamento politico (di destra o di sinistra), prendendo in giro parlamentari o membri del governo, chiedendo dimissioni e prevedendo i risultati delle elezioni. Alcuni dei più famosi tabloid britannici sono detti anche “red tops” perché il nome del giornale, sulla prima pagina, è scritto su sfondo rosso: ad esempio il Sun, il Daily Star o il Daily Mirror.

I tabloid britannici hanno sempre avuto modi particolari, e spesso criticati, per ottenere le notizie. Frugare nei cestini delle grandi aziende o dei grandi studi legali, spacciarsi per qualcun altro al telefono o di persona per avere informazioni private su qualcuno, pagare investigatori privati e pagare perfino la polizia per avere delle soffiate, per esempio. Un articolo di Reuters si chiede perché i tabloid del Regno Unito siano così peggiori e meno legati a un’etica professionale rispetto a quelli del resto del mondo.

Una prima risposta possibile è legata al mercato in cui si trovano, molto competitivo. Diversi tabloid superano il milione di copie giornaliere vendute (il maggiore è il Sun, con circa 2,8 milioni di copie) e le testate sono quindi costrette a essere molto aggressive per ampliare il proprio spazio in un settore che ha già molta offerta. I giornalisti di tabloid vivono alla continua ricerca dello scoop, sotto la minaccia del licenziamento.

Nel mondo dei tabloid è normale pagare le fonti per avere le storie, anche se questo in passato ha portato alla pubblicazione di notizie false. Alcuni quotidiani con una migliore reputazione, come il Guardian, il Financial Times e l’Independent, rifiutano di seguire questa pratica, così come l’utilizzo di investigatori privati, ma un esperto interpellato dalla Reuters dice che sono tra i pochissimi giornali britannici a farsi questo genere di scrupoli, anche tra i quotidiani non tabloid.

Un altro elemento da tenere in considerazione è la legislazione britannica nel settore della stampa. Nel Regno Unito la stampa ha un organo di autoregolamentazione, la Press Complaints Commission, che però può fare poco più che obbligare un giornale a pubblicare uno spazio in cui dia conto dei procedimenti contro di lui. Mancano, nel Regno Unito, le rigide leggi per la tutela della privacy che impediscono la pubblicazione di fotografie di personaggi pubblici in contesti privati, come quelle attive in Francia. Il recente caso dei tradimenti di Ryan Giggs ricorda come la tutela della privacy e la libertà di stampa siano oggi un terreno di scontri molto accesi nel Regno Unito. Ma si tratta anche di una questione di tradizione e etica giornalistica, oltre che di legislazione: la Bild non pubblicò una sola parola quando, più di dieci anni fa, il futuro cancelliere tedesco Gerard Schroeder, allora già affermato (e coniugato) uomo politico, ebbe una storia con una giornalista dello stesso quotidiano.

Infine ci sono questioni strettamente commerciali, dice Reuters. Negli Stati Uniti, più di tre quarti dei guadagni dei giornali vengono dalla pubblicità, e le aziende incoraggiano la serietà e l’affidabilità delle testate per non avere un ritorno negativo sulla loro immagine. Nel Regno Unito, invece, i giornali dipendono molto di più dalle vendite in edicola, e hanno quindi un freno in meno per quanto riguarda la difesa della loro “rispettabilità”.

foto: AP Photo/Matt Dunham