Gli arresti al Comune di Parma

Il capo dei vigili urbani e altri dirigenti del Comune sono stati arrestati per una storia di tangenti e denaro pubblico usato per affari privati

Stanotte undici persone sono state arrestate a Parma dalla Guardia di Finanza. Tra queste ci sono il comandante della polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi, il direttore marketing Carlo Iacovini, il dirigente del settore Ambiente Manuele Moruzzi, il direttore generale della società IREN Mauro Bertoli, il presidente della società Engioi Ernesto Balisciano, il presidente e il vice della cooperativa Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gli imprenditori Gianluca Facini, Norberto Mangiarotti, Alessandro Forni e l’investigatore privato Giuseppe Romeo Lupacchini. Le accuse vertono intorno a una storia di tangenti e utilizzo di fondi pubblici per scopi decisamente privati.

Lo scorso novembre Andrea Costa, dirigente di una holding del comune di Parma, era stato costretto alle dimissioni da un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. In entrambi i casi il sindaco della città Vignali, che guida una giunta di centrodestra, ha ricevuto notevoli pressioni e inviti a dimettersi da parte dell’opposizione.

Undici persone sono state arrestate nelle prime ore di questa mattina dalla guardia di finanza nel corso del secondo atto dell’operazione “Green money” sulle tangenti nel verde pubblico. Tra queste tre dirigenti del Comune: il comandante della polizia municipale Giovanni Maria Jacobazzi, il direttore marketing – già capo dello staff del sindaco e direttore di Infomobility – Carlo Iacovini (adesso responsabile del progetto Zero Emission City) e Manuele Moruzzi del settore Ambiente, legati a filo doppio al sindaco Pietro Vignali fin dai tempi dell’assessorato all’Ambiente. In manette anche il direttore generale della multiutilty Iren a Parma Mauro Bertoli, il presidente di Engioi (società per azioni di cui il Comune detiene la maggioranza) Ernesto Balisciano, il presidente e il vice della cooperativa Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gli imprenditori Gianluca Facini, Norberto Mangiarotti, Alessandro Forni e l’investigatore privato Giuseppe Romeo Lupacchini.

Gli undici arrestati, che si trovano in carcere da questa notte, sono accusati di corruzione e reati contro la pubblica amministrazione. La guardia di finanza nel corso della conferenza stampa ha parlato di un giro di soldi pubblici per mezzo milione di euro. Nel corso dell’indagine – che non è ancora conclusa – sono state fatte perquisizioni in città, in provincia e anche in altre località. Stamattina i finanzieri si sono presentati nel comando della Municipale in via del Taglio, negli uffici comunali del Duc e in municipio (FOTO). E’ stato accertato il pagamento di tangenti per diverse centinaia di migliaia di euro. Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia che ha commentato: “A Parma il fenomeno della corruzione è molto diffuso. L’ex Enìa è una mucca da mungere”. Alla domanda se i politici fossero a conoscenza dell’accaduto Laguardia ha risposto ai giornalisti: “Questa è una considerazione che dovete fare voi”.

Il sistema era quello di drenare soldi al Comune tramite consulenze fittizie, fatturazioni gonfiate e servizi mai resi. Ad esempio 50-70mila euro sono state spese per una consulenza sui canali irrigui che non era di alcuna utilità all’Amministrazione. Altre 180mila euro hanno finanziato i fiori del Lungoparma, le “pink roses”, per le quali non funzionava neanche l’impianto di irrigazione. Gli arrestati con i soldi pubblici si facevano sistemare i propri giardini fatturando i lavori come se fossero servizi pubblici. Il giardino di Paco e Ax, i cani lupo dei vigili, non è mai stato realizzato: con i soldi stanziati, però, Jacobazzi ha riqualificato l’area verde della sua casa al mare a Santa Marinella.

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