Il petrolio di emergenza

L'Agenzia internazionale dell'energia distribuirà 60 milioni di barili per compensare le mancate esportazioni dalla Libia e tenere a bada i prezzi

L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), l’organizzazione intergovernativa dei paesi che fanno parte dell’OCSE, ha annunciato che metterà in circolazione sul mercato 60 milioni di barili di petrolio greggio della propria riserva nel corso dei prossimi 30 giorni. L’AIE spera in questo modo di compensare le mancate esportazioni di petrolio dalla Libia, nel bel mezzo di una guerra contro il regime di Muhammar Gheddafi che sembra essere destinata a durare ancora molti mesi. L’annuncio ha influenzato sensibilmente l’andamento dei mercati, facendo abbassare il prezzo del petrolio di cinque dollari negli Stati Uniti, ora a meno di 90 dollari al barile.

L’AIE prevede di immettere due milioni di barili al giorno per almeno un mese, prima della guerra la Libia ne esportava 1,2 milioni ogni giorno. Gli Stati Uniti provvederanno con circa 30 milioni di barili appartenenti alle proprie riserve strategiche, coordinandosi con gli altri paesi che fanno parte della AIE. Questa soluzione dovrebbe alleviare l’aumento della domanda tipica del periodo estivo e la crescente richiesta che arriva dalla Cina.

L’Arabia Saudita si è impegnata ad aumentare la produzione entro la fine del mese per compensare ulteriormente la minore disponibilità di petrolio, rispondendo così alla domanda. C’è da dire che fino a ora i sauditi si sono mossi con molta cautela per condizionare il prezzo del greggio. L’AIE sta facendo ricorso per la terza volta nella storia alle proprie riserve: accadde già per la Prima guerra del Golfo e in occasione dell’uragano Katrina.