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  • Mercoledì 15 giugno 2011

L’avanzata dei ribelli libici

Negli ultimi giorni gli avversari di Gheddafi hanno ripreso Kikla e combattono a oriente per Brega

Negli ultimi giorni le forze ribelli che si oppongono al regime di Gheddafi sono riuscite ad avanzare in diversi settori nell’area orientale e nella zona occidentale della Libia. A ovest, le truppe fedeli a Gheddafi si sono ritirate dalla città di Kikla, che si trova a circa 150 chilometri di distanza dalla capitale Tripoli. Stando alla testimonianza di un fotografo dell’agenzia Reuters, i soldati del regime avrebbero preso posizione a nove chilometri dalla città, ora controllata dai ribelli, che si starebbero attrezzando e riorganizzando per fronteggiare una possibile controffensiva nelle prossime ore.

A oriente, invece, gli scontri si sono concentrati principalmente nei pressi della città di Marsa El Brega, un importante porto industriale utilizzato sopratutto per il commercio del petrolio. Lunedì scorso nella zona ci sono stati scontri a fuoco molto violenti, che hanno causato la morte di almeno 25 persone e il ferimento di diverse decine di combattenti. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Agedàbia, una città che dista 16 chilometri dalla costa mediterranea e 154 chilometri da Bengasi. La zona è il principale punto di riferimento dei ribelli, impegnati in una guerra che dura dallo scorso febbraio per porre fine al regime di Gheddafi.

Nelle stesse ore in cui i ribelli conquistavano terreno, negli Stati Uniti su proposta dei repubblicani la Camera votava una mozione per arrestare il finanziamento delle operazioni militari statunitensi in Libia. Per entrare in vigore il provvedimento dovrà essere approvato anche dal Senato, dove sono i democratici ad avere la maggioranza. Molti membri del Congresso non hanno condiviso la scelta del presidente Barack Obama di continuare con le operazioni militari nel paese senza un’autorizzazione esplicita delle due Camere. Se il presidente degli Stati Uniti decide di inviare le truppe in guerra, deve poi ricevere entro sessanta giorni l’autorizzazione del Congresso, altrimenti deve disimpegnare le forze al fronte.

Intanto, ieri sera la NATO ha condotto una nuova serie di bombardamenti su Tripoli, colpendo la zona orientale della città. Secondo la TV di stato, le bombe avrebbero colpito principalmente alcuni obiettivi militari e civili a Firnag e Ain Zara nei pressi della capitale, causando anche un numero imprecisato di vittime. L’intervento militare internazionale in Libia è iniziato il 19 marzo scorso, ma per ora non ha ancora ottenuto il risultato di fermare il regime di Gheddafi.