Groupon si quota in Borsa

Il sito che vende buoni e coupon ha inviato la richiesta e potrebbe essere valutato fino a 20 miliardi di dollari

Il sito web per le offerte commerciali Groupon ha presentato la documentazione necessaria per effettuare un’offerta pubblica iniziale (IPO) ed essere quotato in Borsa. La richiesta è stata presentata alla Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente statunitense che si occupa di vigilare sulla borsa valori, e costituisce il primo importante passaggio per collocare le azioni. L’operazione potrebbe consentire alla società di essere valutata intorno ai 20 miliardi di dollari, rendendo la prevista IPO una delle più consistenti di quest’anno.

Groupon esiste dal novembre del 2008 ed è un sito che permette di ottenere buoni per l’acquisto di prodotti e servizi a prezzi scontati. Un ristoratore può per esempio decidere di offrire su Groupon cento cene per due persone a 25 euro invece che a 45. Gli iscritti al sito possono aderire all’offerta e questa ha valore solo se vengono vendute tutte le cento cene offerte dal ristoratore. L’acquisto viene pagato in anticipo, Groupon trattiene una percentuale e dà il resto al ristoratore. Il cliente ha un certo numero di settimane di tempo per riscuotere la promozione che ha pagato. Se non si raggiunge il numero di partecipanti necessario, l’offerta viene annullata e non vengono prelevati i soldi dalla carta di credito degli acquirenti.

Le offerte sono locali e quindi consentono di acquistare buoni e promozioni nella città in cui si vive o in quella più vicina. In due anni e mezzo il servizio ha riscosso molto successo e si è rapidamente espanso dagli Stati Uniti all’Europa, ma come dimostrano i conti della società, obbligatoriamente resi pubblici per l’IPO, far crescere Groupon sta costando molti soldi e sta richiedendo enormi risorse.

Per raggiungere i 644,7 milioni di dollari di ricavi nel primo trimestre di quest’anno, la società ha dovuto spendere molto denaro. Lo scorso anno ha registrato perdite per 413,4 milioni di dollari e nel solo primo trimestre di quest’anno ha perso quasi 113,9 milioni di dollari. Cifre astronomiche per una società ai primi passi, che secondo il Wall Street Journal ricordano da vicino quanto accadeva negli anni della prima bolla economica legata a Internet, esplosa nel 2000.

Groupon non ha ancora comunicato quanto confida di raccogliere attraverso la propria offerta pubblica iniziale, ma analisti ed esperti hanno formulato le prime stime basandosi sui dati fino a ora forniti alla SEC. Lo scorso hanno Groupon ha avuto ricavi per 713,3 milioni di dollari grazie agli accordi con circa 57mila esercenti in 43 paesi, che hanno consentito di piazzare fino a ora oltre 70 milioni di buoni e promozioni. Gli analisti dicono che la società, forte di questi numeri, potrebbe raccogliere fino a un miliardo di dollari, condizione che porterebbe la valutazione di Groupon intorno ai 20 miliardi di dollari in Borsa. Molto dipenderà dal comportamento del mercato nel momento in cui la società entrerà in Borsa.

Le spese più consistenti della società sono legate al marketing e al personale, necessario per avere un buon numero di agenti sul territorio e coinvolgere così il maggior numero possibile di commercianti. I costi fissi, dicono gli esperti, sono quindi limitati e la società può in qualsiasi momento ridurre le proprie spese modulando la quantità di impiegati. Andrew Mason, l’amministratore delegato di Groupon, dice che il sito web mira a diventare l’equivalente di Amazon per l’ecommerce online, ma concentrato sulle vendite locali.

Nel corso dei prossimi mesi, Groupon dovrà affrontare la crescente concorrenza di Google e Facebook, che hanno realizzato o stanno progettando sistemi simili per la vendita di prodotti e servizi a prezzi scontati. Nel dicembre dello scorso anno, Google aveva offerto circa cinque miliardi di dollari per ottenere il controllo di Groupon, ma i responsabili del sito web avevano rifiutato l’offerta. Il motore di ricerca ha così provveduto in autonomia a lanciare un servizio, Google Offers, del tutto simile a Groupon e già disponibile in alcune città degli Stati Uniti come San Francisco e New York. Facebook sta facendo qualcosa di analogo con la funzione Luoghi, che permette agli utenti di segnalare la loro presenza in un esercizio commerciale e ricevere buoni e promozioni.

Entrambi i sistemi possono fare affidamento su centinaia di milioni di iscritti e potrebbero mettere in breve tempo in difficoltà Groupon. I responsabili della società confidano di riuscire a crescere ancora grazie ai tanti accordi commerciali raggiunti e al passaparola, offrendo un servizio migliore rispetto alla concorrenza anche grazie alle nuove risorse che deriveranno dall’annunciata IPO.