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  • Mercoledì 25 maggio 2011

Il lago di Urmia sparisce

Le foto del grande bacino salato iraniano che si sta prosciugando

An abandoned ship is stuck in the solidified salts of the Oroumieh Lake, some 370 miles (600 kilometers) northwest of the capital Tehran, Iran, Friday, April 29, 2011. (AP Photo/Vahid Salemi)
An abandoned ship is stuck in the solidified salts of the Oroumieh Lake, some 370 miles (600 kilometers) northwest of the capital Tehran, Iran, Friday, April 29, 2011. (AP Photo/Vahid Salemi)

Il lago di Urmia è il più grande dell’Iran. Si trova a circa 600 chilometri a nord ovest della capitale Teheran ed è stato definito riserva per la biosfera dall’UNESCO: ospita infatti diversi tipi di uccelli migratori tra cui fenicotteri, pellicani, cicogne e trampolieri. Le sue acque invece sono particolarmente salate e impediscono la presenza di pesci.

Secondo gli esperti nei prossimi tre anni il lago non esisterà più. Dall’inizio degli anni Novanta si sta progressivamente prosciugando e le sue acque stanno lasciando il posto a distese di sale: al momento la parte più profonda del lago misura circa due metri e la quantità d’acqua è diminuita del 60 per cento. I fattori del fenomeno sono diversi: l’alto tasso di evaporazione delle acque del lago, l’innalzamento del livello di salinità, la diminuzione dei suoi affluenti, le scarse piogge e lo sfruttamento delle falde acquifere. Secondo molti esperti una delle ragioni principali sarebbe l’eccessiva costruzione di dighe sugli immissari del lago. Il prosciugamento del lago ha causato la fuga o la morte, di molti uccelli che vivevano nella riserva. Anche il turismo è stato particolarmente danneggiato: molti albergatori hanno dovuto chiudere e molti hanno venduto i battelli con cui accompagnavano i turisti a visitare il lago. Inoltre il vento solleva facilmente la grande quantità di sale che ricopre le zone prosciugate del lago causando danni all’agricoltura delle zone vicine.

Il governo sta cercando di trovare una soluzione al progressivo inaridimento del lago e ad aprile ha varato un programma che prevede un migliore uso delle falde acquifere, l’impiego di nuovi sistemi di irrigazione nelle fattorie vicine, il travaso di nuove acque nel lago e il cosiddetto cloud seeding, una tecnica che modifica le precipitazioni. Il governo non ha però deciso di far aprire le dighe, che secondo gli esperti sarebbero tra i principali motivi dell’inaridimento del lago.