• Mondo
  • Giovedì 19 maggio 2011

I tre disastri della Louisiana

Le catastrofi ambientali che hanno travolto lo stato negli ultimi sei anni, a cominciare da Katrina

A causa della sua posizione geografica e conformazione geologica (raccontata in modo molto avvincente, per quanto riguarda il fiume Mississippi, nel bel libro di John McPhee “Il controllo della natura”), soprattutto negli ultimi sei anni lo stato della Louisiana è stato colpito da tre notevoli catastrofi ambientali che hanno di fatto riscritto una fetta importante della sua geografia e del suo paesaggio.

Katrina – agosto 2005

La mattina del 29 agosto 2005 l’uragano Katrina entrò nel sud della Louisiana per poi spingersi progressivamente verso il confine con il Mississippi. L’onda di tempesta che colpì New Orleans aprì 53 brecce negli argini attorno alla città inondando l’ottanta percento del territorio. La città rimase sott’acqua per alcune settimane, e circa 1500 persone morirono. A oltre cinque anni dall’uragano la popolazione di New Orleans si è ridotta del 29 percento rispetto all’ultimo censimento del 2000. Con una così drastica riduzione dei suoi abitanti ora la città rischia di perdere il suo Distretto Congressuale, la circoscrizione elettorale che elegge un rappresentante alla Camera, che potrebbe essere trasferito più a nord verso East Baton Rouge, diventata la contea più grande dello stato. Per legge infatti ogni Distretto Congressuale deve rappresentare circa 600mila persone.

Molti quartieri di New Orleans sono ancora in attesa di essere ricostruiti e molte case sono ancora del tutto abbandonate. Il numero di studenti iscritti nelle scuole della città è ancora dimezzato rispetto ai numeri del pre Katrina, e in generale ci sono molti meno bambini: 56.193, il 44 percento in meno rispetto al 2000. A causa di questa diminuzione complessiva della popolazione, la città rischia di perdere una serie di facilitazioni che finora l’hanno esonerata dal rispetto di alcune leggi federali, e che si possono applicare solo a città con almeno 400mila abitanti. James Perry, ex candidato a sindaco della città e amministratore delegato della Greater New Orleans Fair Housing Action Center, ha definito i numeri diffusi dell’ultimo censimento «devastanti» dicendo di essere molto preoccupato da possibili tagli ai finanziamenti federali per l’edilizia pubblica e le infrastrutture in un momento in cui la città ha ancora molta strada da fare prima di riprendersi del tutto dal disastro.

Il regista Teddy Smith ha raccontato lo stato di attesa della città cinque anni dopo in un breve documentario dedicato a Six Flags, il parco di divertimenti che fu chiuso per motivi di sicurezza il 27 agosto del 2005 quando l’uragano Katrina stava per arrivare.

La parete di un appartamento di Press Park a New Orleans (Photo by Mario Tama/Getty Images)
c

Deepwater Horizon – aprile 2010

Un anno fa, il 20 aprile del 2010, cominciava quello che sarebbe diventato il disastro ambientale più grave della storia degli Stati Uniti. Un’esplosione sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, della società BP, causava una falla a oltre un chilometro e mezzo di profondità e uno sversamento di petrolio nelle acque del Golfo del Messico. Dopo vari tentativi, tutti falliti, la falla è stata fermata soltanto dopo 106 giorni, il 4 agosto, dopo che in mare erano finiti qualcosa come 4,9 milioni di barili di petrolio.

A un anno di distanza dall’esplosione, la situazione è migliorata. Alcune spiagge hanno già riaperto al pubblico – altre non avevano mai chiuso – e il turismo si sta lentamente riprendendo; i pescatori stanno tornando al lavoro, anche se alcuni mercati come quello delle ostriche sono stati enormemente danneggiati. La BP ha investito a fondo perduto molto denaro – 30 milioni di dollari solo per il turismo, altri 30 per la pesca, in totale oltre un miliardo e mezzo di dollari sia agli stati che al governo federale – a titolo di indennizzo per le regioni colpite dal disastro.

Alcune zone invece, soprattutto le lagune della Louisiana, continuano ad avere numerosi problemi: le spiagge sono disseminate di grumi di petrolio e catrame, mentre l’acqua del mare è inquinata da una sostanza mista di petrolio e solventi che è molto nociva non solo per gli animali (gabbiani, pesci, tartarughe, granchi continuano a morire) ma anche per le persone. Molti abitanti e soccorritori hanno denunciato gravi disturbi alla salute, come scompensi alla tiroide, problemi respiratori e polipi sulla pelle.

Fanghiglia, detriti e catrame ricoprono il lungospiaggia di Fourchon Beach a Port Fourchon, Louisiana, 13 aprile 2011. (AP Photo/Dave Martin)
c

Mississippi River – maggio 2011

A causa delle intense piogge delle ultime settimane e dello scioglimento delle nevi dovuto all’arrivo della stagione calda, in questi giorni il Mississippi e i suoi affluenti si sono notevolmente ingrossati, inondando ampie zone in Illinois, Missouri, Kentucky, Tennessee, Arkanas, Mississippi e Louisiana. Le autorità hanno disposto l’evacuazione di circa 1.300 abitazioni nella città di Memphis, dove la piena è arrivata il 10 maggio e nello stato della Louisiana la popolazione si sta preparando per l’arrivo dell’onda di piena, che dovrebbe passare intorno al prossimo 23 maggio a New Orleans.

Nell’area di Morganza, in Louisiana, gli United States Army Corps of Engineers (USACE), la sezione dell’esercito statunitense specializzata in ingegneria, hanno deciso di aprire altre due chiuse per ridurre il carico d’acqua del fiume Mississippi. L’operazione sta portando all’inondazione di un’ampia area pianeggiante e di diversi piccoli centri abitati, ma dovrebbe consentire di contenere i danni causati dalla piena del fiume nella zona di Baton Rouge, la capitale della Louisiana, e di New Orleans.

Una casa sommersa, circondata da un argine ceduto, a Vicksburg, Mississippi (AP Photo/Dave Martin)

Le foto delle inondazioni del Mississippi 2011
Tutti gli articoli del Post sulla Louisiana
Tutti gli articoli del Post su New Orleans