• Sport
  • Giovedì 5 maggio 2011

La boxe e Manny Pacquiao

Il pugile filippino ha vinto otto titoli in otto diverse categorie di peso, aiutato dalla natura e dagli allenamenti massacranti

Manny Pacquiao è un pugile filippino, il primo nella storia della boxe a vincere otto titoli mondiali in otto diverse categorie di peso. Ha vinto in otto delle dieci classi tra pesi mosca (limite massimo di peso 112 libbre, 50,80 kg) e superwelter (massimo 154 libbre, 69,85 kg), dal 1998 al novembre 2010. Il sistema delle federazioni sportive nella boxe è molto complesso: quello che conta è che Pacquiao ha avuto certificati sei dei suoi otto titoli da una delle quattro “Big Four”, le maggiori associazioni internazionali: WBA, WBC, IBF e WBO. Mentre prendeva progressivamente peso e passava attraverso le categorie, è riuscito a mantenere invariate le sue caratteristiche di velocità e potenza, caso unico nella storia dello sport. Sabato prossimo, a Las Vegas, difenderà contro Sugar Shane Mosley, un pugile californiano, il suo titolo WBO nella categoria welter, che detiene dal 2009.

Oltre ai successi sportivi, il 32enne Pacquiao ha recitato nelle Filippine in una decina di film e in parecchi sceneggiati televisivi, ha inciso due album come cantante ed è attualmente un deputato del suo paese, dove è una specie di eroe nazionale. Il suo carattere umile e il suo impegno per cause benefiche lo ha reso una figura estremamente positiva e apprezzata nell’ambiente della boxe: un recente articolo dell’Atlantic lo ha messo in cima ai motivi per cui tutto lo sport potrebbe avere un ritorno di popolarità, dopo la crisi di pubblico e di interesse che ha colpito il pugilato a partire dagli anni ’90.

Il Wall Street Journal si chiede quali caratteristiche fisiche abbiano reso possibile i suoi record nella boxe. Per prima cosa, Pacquiao ha un battito cardiaco estremamente lento, di circa 42 battiti al minuto. La caratteristica lo accomuna a diversi atleti negli sport di resistenza, ma a differenza di questi lui non fa mai allenamento ad alte latitudini. Nei momenti di maggior sforzo il suo cuore può accelerare fino a 205, e mantenere il ritmo per molto tempo.

Pacquiao si allena moltissimo, e i ritmi forsennati con cui lo fa contano almeno quanto il fisico. Ogni giorno fa circa 2.000 addominali, ma la giornata si apre sempre con una lunga corsa per le colline, accompagnato solo dal suo cane. Nel pomeriggio invece si allena con 12 round di sparring, che intervalla con corse a zig-zag per aumentare l’agilità delle gambe, ginnastica ritmica e, se non ci sono incontri in vista, partite di basket. I suoi diversi allenatori sono concordi nel dire che, se altri pugili si allenano quanto lui in termini di tempo, la sua intensità è unica. Pacquiao usa gli intervalli di sessanta secondi tra un round di sparring e un altro, dice il suo allenatore sul ring, per fare altri esercizi, e insiste perché la sua sessione di corsa mattutina non venga eliminata neppure nei giorni in cui è previsto un allenamento più intenso.

La sua resistenza gli permette, durante gli incontri, di dare un numero impressionante di colpi e di non doversi preoccupare di dosare le energie. La sua capacità di sopportazione del dolore è altissima. Anche se dal punto di vista tecnico non ha caratteristiche particolarmente eccezionali, sono l’intensità e la resistenza a renderlo uno dei migliori pugili di sempre. Sabato prossimo, a Las Vegas, è dato di nuovo per favorito.

foto: Jeff Gross/Getty Images

Manny Pacquaio fa la storia della boxe