La piccola guerra perfetta

Un estratto della prefazione di Roberto Saviano al libro di Elvira Dones sulla guerra in Kosovo

Piccola guerra perfetta è un romanzo sulla guerra in Kosovo scritto da Elvira Dones, pubblicato da Einaudi. La sua prefazione è scritta da Roberto Saviano, un estratto è pubblicato oggi da Repubblica.

Impari, subito dopo aver letto queste pagine, che non esiste una guerra raccontata davvero se non ascolti ciò che raccontano le donne che l’hanno vissuta. Piccola guerra perfetta, lo splendido romanzo della scrittrice Elvira Dones, albanese che vive negli Stati Uniti e scrive in italiano, sua lingua d’adozione, è un piccolo libro che trattiene tutto l’orrore che può scatenarsi dal Vaso di Pandora di una comunità andata in frantumi. Una comunità dove l’altro, il tuo prossimo, prima vicino e contiguo, per l’intervento di una politica folle è ormai diventato il Nemico, il Male. Questo piccolo romanzo intreccia con originalità e sapienza i due fili narrativi – l’assedio e il ritorno – che nutrono la letteratura, dai tempi di Omero. Piccola guerra perfetta racconta lo strano assedio di tre giovani donne asserragliate in casa, senza cibo né acqua calda, fino quasi alla follia, nella propria città ormai in mano a un feroce nemico. E racconta, allo stesso tempo, il tentativo forse impossibile di due fratellini di fuggire dalla deportazione e dalla più infame delle costrizioni, verso una nuova casa, una nuova possibile patria.

Piccola guerra perfetta è un libro che mi sono portato dietro per un lungo tempo. Nello zaino, nella tasca del cappotto, nella sacca del sedile dell’auto della mia scorta, sempre gonfia di carte. Racconta per la prima volta che oggi, nel nostro dannato oggi, nell’Occidente considerato democratico e con diritti universali compiuti, la morte, la fuga, il ritorno forse impossibile alla propria comunità dispersa, non sono esperienze aliene e fantastiche ma possibilità reali. Perché sono accadute, nel cuore dell’Europa, dopo una lunghissima pace. Elvira Dones ci dice che la guerra non è altrove ma può invece essere qui, a un soffio dalle cose più familiari e credute sicure. E può esserci ogni volta che una comunità si disintegra nei suoi elementi costitutivi, che prima erano parte di un tutto e di colpo si trovano l’un contro l’altro, minacciosi, e si riconoscono tra loro solo come nemici. Un romanzo naturalmente non è una profezia. Sta a noi, sta a chi legge, trattenere la sua verità.

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