“Non sarò più lo stesso”

Ilvo Diamanti ha avuto un infarto e lo racconta su Repubblica

Lo scorso 9 aprile Ilvo Diamanti, politologo ed editorialista di Repubblica, ha avuto un infarto. È stato operato, ora sta bene. E racconta cosa gli è capitato, prima, durante e dopo.

L’ho sentito arrivare che stavo a casa mia, pronto a recarmi a un incontro, dove mi attendevano molte persone. A discutere di cambiamenti sociali, culturali, religiosi. Mi ha fermato un dolore muto. Più che un dolore, un senso di oppressione al di sotto della bocca dello stomaco. Tanto che ho pensato a un’indigestione – la sera prima, sul tardi, avevo mangiato la pizza con un amico. Non dovrei, perché la digerisco a fatica, ma mi piace. E a volte – poche – transigo. Sono rimasto lì ad ascoltare questo dolore muto, che non accennava a diluire, a perdere intensità, nonostante l’attesa. Nonostante qualche palliativo. Non l’avevo mai provato. Non richiamava il pericolo che tutti, alla mia età, temono. L’Incombente, che ti aspetta all’angolo della strada, in qualsiasi momento della tua vita. Ti aggredisce. All’improvviso. Non avevo dolori al torace, alle spalle. Solo questa pressione allo stomaco, che si allargava e si acuiva. Ma io sapevo, ne ero certo, che era lui. Stava arrivando. E non l’ho atteso.

Ho avvertito mia moglie: “Portami all’Ospedale subito. Sta arrivando”. E lei, con il (suo) cuore in bocca, mi ha caricato in auto ed è partita. Mentre il senso di oppressione diventava più pesante e mi faceva male. Ha viaggiato di corsa, sempre più di corsa, azzardando sorpassi e manovre che mai aveva rischiato, nella sua vita. In un quarto d’ora siamo arrivati al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Bortolo, dove il mio amico Vincenzo mi ha accompagnato dritto in sala operatoria. Pronta. Perché ne era appena uscito un’altra persona, un 40enne, colpito da infarto. Mi hanno operato subito, dopo che i test dedicati avevano confermato che avevo ragione.

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