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  • Martedì 19 aprile 2011

Le coste del Golfo, un anno dopo

Il 20 aprile 2010 esplose la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, e cominciò il più grande disastro ambientale della storia degli USA

<> on April 14, 2011 in Grand Isle, Louisiana.
<> on April 14, 2011 in Grand Isle, Louisiana.

Un anno fa, il 20 aprile del 2010, cominciava quello che sarebbe diventato il disastro ambientale più grave della storia degli Stati Uniti. Un’esplosione sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, della società BP, causava una falla a oltre un chilometro e mezzo di profondità e uno sversamento di petrolio nelle acque del Golfo del Messico. Dopo vari tentativi, tutti falliti, la falla è stata fermata soltanto 106 giorni dopo, il 4 agosto, dopo aver liberato in mare qualcosa come 4,9 milioni di barili di petrolio.

A un anno di distanza dall’esplosione, la situazione è migliorata. Alcune spiagge hanno già riaperto al pubblico – altre non avevano mai chiuso – e il turismo si sta lentamente riprendendo; i pescatori stanno tornando al lavoro, anche se alcuni mercati come quello delle ostriche sono stati enormemente danneggiati. La BP ha investito a fondo perduto molto denaro – 30 milioni di dollari solo per il turismo, altri 30 per la pesca, in totale oltre un miliardo e mezzo di dollari sia agli stati che al governo federale – a titolo di indennizzo per le regioni colpite dal disastro.

Alcune zone invece, soprattutto le lagune della Louisiana, continuano ad avere numerosi problemi: le spiagge sono disseminate di grumi di petrolio e catrame, mentre l’acqua del mare è inquinata da una sostanza mista di petrolio e solventi che è molto nociva non solo per gli animali (gabbiani, pesci, tartarughe, granchi continuano a morire) ma anche per le persone. Molti abitanti e soccorritori hanno denunciato gravi disturbi alla salute, come scompensi alla tiroide, problemi respiratori e polipi sulla pelle.

Nel frattempo continuano gli sforzi per ripulire e preservare le coste dal petrolio: sono state costruite alcune banchine di sabbia per trattenere il petrolio e impedire che raggiunga le coste, mentre in altre zone si utilizzano le gru per togliere le incrostazioni di petrolio, catrame e solventi.