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  • Venerdì 8 aprile 2011

Tutte le strade riportano a Mosca

I paesi baltici hanno perso interesse nella ferrovia che li collegherebbe all'Europa centrale

di Paolo Pantaleo

A train rides on a snowed in rail track in Altefaehr on the Baltic Sea island Ruegen, northern Germany on January 31, 2010. An icy cold snap that has caused transport chaos throughout Germany will also take a significant toll on the economy, Europe's largest, a top economic institute warned on January 31, 2010. AFP PHOTO DDP/ JENS KOEHLER GERMANY OUT (Photo credit should read JENS KOEHLER/AFP/Getty Images)
A train rides on a snowed in rail track in Altefaehr on the Baltic Sea island Ruegen, northern Germany on January 31, 2010. An icy cold snap that has caused transport chaos throughout Germany will also take a significant toll on the economy, Europe's largest, a top economic institute warned on January 31, 2010. AFP PHOTO DDP/ JENS KOEHLER GERMANY OUT (Photo credit should read JENS KOEHLER/AFP/Getty Images)

C’è un progetto di una grande arteria ferroviaria per collegare direttamente Tallinn a Berlino, passando per i paesi baltici e la Polonia. Si chiama Rail Baltica, e dovrebbe spostare su ferrovia buona parte del trasporto merci fra il nord Europa e l’Europa centrale attualmente su strada. Se ne parla già dal 2004 e l’Unione Europea lo ha messo fra le sue priorità nella politica dei trasporti. In questi giorni il commissario UE ai trasporti Siim Kallas – infastidito dallo scarso interesse che sente per il progetto europeo – ha avvertito i paesi baltici che la Rail Baltica, senza una chiara volontà politica dei governi estone, lituano e lettone, rischia di saltare, e con esso i finanziamenti per oltre 12 miliardi di euro che l’Unione Europea è disposta a offrire. Ci sono alcuni aspetti difficili da risolvere, come la trasformazione dei binari a scartamento “russo” dei paesi baltici in binari a scartamento ridotto europeo, ma alla Rail Baltica è interessata anche la Finlandia, attraverso un collegamento navale con Tallinn che renderebbe Helsinki a portata di treno da Berlino.

In questi ultimi anni di crisi economica sono proprio i paesi baltici ad aver perso interesse nel progetto, anche perché le sirene di Mosca hanno ricominciato a suonare irresistibili, almeno sul piano economico, in particolare su quello degli scambi commerciali. Solo sul tema dell’indipendenza energetica i paesi baltici, che attualmente dipendono quasi totalmente dal gas di Gazprom, tentano politiche di sganciamento, pur con diversa intensità. In un momento in cui di nucleare nessuno vuole più parlare, la Lituania ad esempio spinge forte sul suo progetto di centrale nucleare di Visaginas, sempre più debolmente sostenuta da Estonia e Lettonia, a cui la Russia risponde con i progetti di centrali nucleari di Kaliningrad e Astravets, quest’ultimo insieme alla Bielorussia.

Nei trasporti e negli scambi commerciali le relazioni russo-baltiche continuano a essere molto forti. Il tiepido interessamento per la Rail Baltica coincide infatti con il forte rilancio della Lettonia del progetto per i treni ad alta velocità fra Riga e Mosca, affiancato da un altro progetto per un’autostrada a quattro corsie che collegherebbe la capitale lettone a quella russa. Ne hanno parlato in questi giorni i due ministri dei trasporti, il russo Levitin e il lettone Augulis. In particolare all’interno della coalizione di governo lettone è il sindaco di Ventspils, Aivars Lembergs, uno degli ultimi e più potenti oligarchi del paese, che spinge verso il rafforzamento delle vie di comunicazione con Mosca, per fare di Ventspils, importante porto nel baltico occidentale, la porta privilegiata per gli scambi commerciali fra l’Europa del nord e centrale e la Russia.

I nodi politici che rendono problematici i rapporti fra i paesi baltici e la Russia sono ancora tanti (le minoranze russofone, la storia, un’innata diffidenza fra le due comunità) ma il potere del rublo, in tempi di crisi economica, continua ad avere un certo peso. Nel 2010 gli scambi fra Russia e Lettonia sono aumentati del 42 per cento, oltre 6 miliardi di dollari.

Foto di JENS KOEHLER/AFP/Getty Images