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  • Martedì 5 aprile 2011

Gbagbo si arrende

Gbagbo ha avviato i negoziati con il governo francese per concordare le condizioni della sua resa

Pro-Ouattara fighters of the FRCI (Republican Force of Ivory Coast), one of them with a RPG grenade launcher, prepare for the so-called "final assault" in front of the Golf Hotel in Abidjan on April 5, 2011. Ivory Coast strongman Laurent Gbagbo is hunkered down in a bunker at his residence in Abidjan, after calling for a ceasefire as rival forces cornered him, the UN mission said. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)
Pro-Ouattara fighters of the FRCI (Republican Force of Ivory Coast), one of them with a RPG grenade launcher, prepare for the so-called "final assault" in front of the Golf Hotel in Abidjan on April 5, 2011. Ivory Coast strongman Laurent Gbagbo is hunkered down in a bunker at his residence in Abidjan, after calling for a ceasefire as rival forces cornered him, the UN mission said. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)

Il presidente uscente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, ha annunciato il cessate il fuoco e avviato i negoziati con il governo francese per concordare le condizioni della sua resa. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, ha confermato che la trattativa è in corso e che il governo francese è vicinissimo a trovare un accordo.

Oggi pomeriggio il generale a capo del suo esercito, Philippe Mangou, aveva annunciato il cessate il fuoco dopo che le forze ONU e quelle francesi erano intervenute a sostegno dell’esercito del presidente regolarmente eletto Alassane Outtara. La situazione in Costa d’Avorio è precipitata nell’ultima settimana, quando le forze di Outtara hanno lanciato una violenta offensiva contro l’esercito di Gbagbo e conquistato circa l’ottanta percento del paese. Gbagbo ha passato gli ultimi giorni assediato nel palazzo presidenziale della capitale Abidjan, cercando fino all’ultimo di rispondere agli attacchi dei militari di Outtara. «La guerra è finita», ha detto oggi il rappresentante speciale dell’ONU in Costa d’Avorio, YJ Choi. «Tutti i generali di Gbagbo lo hanno abbandonato. Non ha più nessun esercito, non ci sono più combattimenti».

La crisi della Costa d’Avorio è cominciata dopo le elezioni di ottobre 2010, quando la Commissione elettorale del paese ha nominato Ouattara nuovo presidente con il 54,1 percento dei voti. Gbagbo si è rifiutato di lasciare il potere e ha fatto in modo che la Corte Costituzionale invalidasse un numero di schede sufficienti per farlo dichiarare vincitore. Pochi giorni dopo entrambi i presidenti hanno organizzato due diverse cerimonie di giuramento e formato due governi: il paese è entrato in una lunga fase di stallo. Le Nazioni Unite, gli osservatori elettorali e la comunità internazionale sono concordi nel ritenere Outtara il legittimo vincitore delle elezioni. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, un milione di persone nella sola Abidjan sono in fuga dai combattimenti. Più di centomila persone hanno attraversato il confine con la Liberia, a ovest del paese. Più di mille persone sono morte.