Lo tsunami mette nei guai anche Apple

La produzione sospesa di alcuni componenti in Giappone rischia di ritardare le consegne di iPad

La scorsa settimana le azioni Apple hanno perso sette punti in borsa in appena due giorni, cosa che succede raramente e che secondo gli analisti è legato alle preoccupazioni per le scorte dell’iPad 2, insufficienti per coprire la crescente domanda. La scarsa disponibilità dei tablet è infatti condizionata dalla difficile situazione in Giappone, dove molti produttori di componenti elettronici hanno dovuto sospendere l’attività a causa del terremoto dell’11 marzo, e dal fatto che la domanda per il nuovo dispositivo è estremamente alta e sta superando la capacità di distribuzione di Apple.

Il primo problema, quello del Giappone, si farà sentire solo tra qualche settimana, perché per ora la società di Steve Jobs sta facendo affidamento sulle scorte messe da parte per il lancio dell’iPad 2 negli Stati Uniti della scorsa settimana e il lancio del tablet in una ventina di altri paesi, Italia compresa, a partire da questo venerdì. Il mancato arrivo dei componenti potrebbe ridurre la capacità di produzione dei nuovi iPad tra qualche mese, comportando così sensibili ritardi per i clienti.

Molte società del settore tecnologico sono preoccupate dalla situazione nel nord del Giappone, che ha portato alla chiusura temporanea di diversi stabilimenti impegnati nella produzione dei componenti per i computer. La preoccupazione degli investitori è comunque concentrata principalmente su Apple, che ha solitamente un sistema per avere poco magazzino e produrre rapidamente i prodotti a seconda della domanda.

È comunque difficile capire in quale misura l’offerta di iPad 2 non sarà sufficiente, spiegano sul New York Times. Apple tradizionalmente fornisce pochissime informazioni sui produttori di componenti su cui si appoggia per la costruzione dei propri dispositivi, cosa che rende complessa la loro identificazione. Le aziende che non rispettano le clausole sulla riservatezza vengono solitamente messe da parte, così per non perdere i contratti le società mantengono il silenzio.

Alcuni analisti hanno comunque cercato di ricostruire quali possano essere le società giapponesi che probabilmente costruiscono i componenti per l’iPad 2 in difficoltà a causa del terremoto e dello tsunami. Sembra ci siano problemi in uno stabilimento della Shin-Etsu a Shirakawa nel nord del Giappone. L’azienda produce le basi sulle quali vengono costruiti i circuiti dei processori, i wafer, e detiene il 15% del mercato su scala globale nel settore. Lo stabilimento rimarrà fermo per mesi e questo potrebbe condizionare la disponibilità di wafer per i produttori. Altre aziende che si pensa producano le memorie flash, alcuni chip di memoria, la bussola elettronica, le batterie e il rivestimento di vetro degli schermi degli iPad sono in difficoltà.

A fronte di una produzione ridotta, gli analisti stimano che Apple avrà la precedenza su altre società per ottenere i componenti, ma se le forniture dovessero continuare a singhiozzo a lungo, potrebbero esserci sensibili ritardi nella consegna dei nuovi iPad 2. Questi si unirebbero ai disguidi di questi giorni dovuti alla grande domanda di nuovi tablet Apple. Si stima che nella prima settimana siano stati venduti mezzo milione di dispositivi, poi il volume delle vendite è sceso, ma la domanda è rimasta molto alta a dimostrazione dei problemi di consegna.

Il timore è che la distribuzione del dispositivo in altri 25 paesi a partire da venerdì possa influire negativamente sulla disponibilità degli iPad 2 negli Stati Uniti. Apple ha messo da parte una buona scorta per il lancio internazionale, ma i tempi di attesa per ottenere il dispositivo iniziano già ad aumentare sensibilmente negli Stati Uniti: sul sito web della società il tempo di attesa si attesta intorno alle quattro settimane e secondo gli analisti potrebbe arrivare presto a sei.