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  • Mercoledì 23 marzo 2011

«La difesa aerea più potente è la gente»

Stanotte Gheddafi ha fatto un nuovo discorso dicendo che i libici sono la sua difesa aerea

Questa notte Muammar Gheddafi è apparso per la prima volta in pubblico dall’inizio dell’intervento militare internazionale in Libia, rivolgendo un discorso a un gruppo di persone poco fuori dal bunker in cui si è rifugiato negli ultimi giorni, a Tripoli. Il discorso è stato trasmesso dalla tv di Stato: nonostante la nota tendenza di Gheddafi a fare discorsi molto lunghi, stavolta il dittatore libico ha parlato soltanto per tre minuti.

Gheddafi ha definito l’intervento militare internazionale «una nuova crociata contro l’Islam» e ha invitato «tutti gli eserciti islamici» a difendere la Libia. «Non ci arrenderemo, non abbiamo paura: i loro missili ci fanno ridere. Vinceremo, nel breve termine o nel lungo termine. La difesa aerea più potente è la gente, la gente è qui e Gheddafi è al centro della gente. Questa è la difesa aerea».

Nel frattempo, intervistata da ABC News, il Segretario di Stato americano Hillary Clinton diceva che altre nazioni che Gheddafi considera vicine, in Europa, in Medio Oriente, in Africa, in Nordamerica, hanno ricevuto messaggi per conto di Gheddafi che chiedevano cosa fare e come tirarsi fuori da questa situazione. «Non sono a conoscenza di contatti portati avanti personalmente da lui, ma so di persone che per suo conto stanno chiedendo in giro».

In Libia intanto si continua a combattere. I luoghi dove stanno avvenendo gli scontri più intensi sono Misurata, ormai da giorni alle prese con la mancanza di acqua, cibo e medicine; Bengasi, ultima roccaforte dei ribelli; e Zintan, città vicina al confine con la Tunisia. Questa notte si sono sentite varie esplosioni provenire da Tripoli ma non è chiaro se si è trattato di nuovi attacchi da parte della coalizione internazionale.

Sul fronte della catena di comando della missione, non sono stati fatti grandi passi avanti. Nella serata di ieri Obama, Cameron e Sarkozy si sono sentiti telefonicamente e hanno concordato sul fatto di dare alla NATO un ruolo importante nell’intervento, ma non sono riusciti a superare l’empasse diplomatica che aveva portato al fallimento del vertice pomeridiano a Bruxelles.