La nuova legge sul processo breve

Oggi alla Camera il PdL dovrebbe ribaltare la legge sulla durata dei processi, disinnescandola

Foto Roberto Monaldo / LaPresse13-03-2011 RomaInterniTrasmissione televisiva "In 1/2 Ora"Nella foto Angelino Alfano (Ministro Giustizia)Photo Roberto Monaldo / LaPresse13-03-2011 RomeTv program "In 1/2 Ora"In the photo Angelino Alfano
Foto Roberto Monaldo / LaPresse13-03-2011 RomaInterniTrasmissione televisiva "In 1/2 Ora"Nella foto Angelino Alfano (Ministro Giustizia)Photo Roberto Monaldo / LaPresse13-03-2011 RomeTv program "In 1/2 Ora"In the photo Angelino Alfano

Ieri il ministro della Giustizia aveva annunciato l’intenzione del governo di cambiare linea riguardo la legge sul processo breve, in questo momento in discussione alla commissione Giustizia della Camera. Nella sua versione iniziale, proposta l’estate scorsa, il testo prevedeva che i processi relativi a reati con pene non superiori a dieci anni sarebbero stati automaticamente estinti dopo il passaggio di due anni senza alcun grado di giudizio. Per i crimini con pene superiori ai dieci anni, ma con l’esclusione dei reati di mafia e terrorismo, i tempi limite erano più alti ma comunque bassi abbastanza da compromettere molti dei procedimenti attualmente in corso.

Se il PdL terrà fede a quanto promesso dal ministro Alfano, oggi in commissione Giustizia verranno presentati degli emendamenti che modificheranno sostanzialmente l’impatto della norma. In primo luogo, la legge non avrà più effetto “ultimativo” ma semplicemente “indicativo”: non estinguerà i processi allo scadere dei termini ma indicherà semplicemente quali sono i loro tempi ottimali, che se oltrepassati potrebbero portare a una segnalazione al CSM e, nel peggiore dei casi, a un’azione disciplinare nei confronti di un giudice.

In secondo luogo, la norma transitoria verrebbe abolita: questo vuol dire che i nuovi parametri non si applicherebbero ai processi in corso. Questo vuol dire che i processi a carico del premier non sarebbero toccati dalla nuova legge sul processo breve. Commentando queste norme, oggi Liana Milella su Repubblica scrive che si va verso “una sorta di legge-manifesto per compiacere la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo” e che “se effettivamente oggi verrà scritto così come lo anticipavano ieri sera fonti autorevoli del Pdl, il processo breve non dovrebbe più essere una norma per Berlusconi” e “cambierà improvvisamente sostanza”.

L’unica incertezza è data dal fatto che questi emendamenti dovevano essere già presentati ieri ma non sono arrivati in tempo per le 18 e forse saranno ulteriormente ritoccati oggi. L’opposizione ha accusato il PdL di “non seguire Alfano”: il capogruppo del PdL in commissione Giustizia, Maurizio Paniz, ha detto che il partito “manterrà gli impegni presi”.